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Un'opera tutta al femminile

Un'opera tutta al femminile

Un'opera teatrale gestita in tutte le sue fasi da donne facenti parte di una associazione culturale di La Spezia. Ecco la mia recensione Allego qualche foto.

Martedi, 06/10/2015 - E' andata in scena domenica 27 settembre alla Cappella di Azzano,sopra Seravezza, in Versilia, l'opera " Essere api ai confini della solidarietà".

Nel silenzio del vasto prato,limitrofo alla Cappella, di fronte alla cava di marmo di cui si serviva Michelangelo per i suoi lavori, ha preso vita una performance originale nel contenuto e molto bella nella forma (si vedano le foto).

Quindici donne hanno lavorato per più di un anno alla preparazione di uno spettacolo tutto al femminile: sceneggiatura, sartoria, scenografia, scelta video, pubblicità.

Fanno parte dell'Associazione culturale " Urataramani " con sede a La Spezia, nata con l'intento di alimentare il piacere e la creatività nella vita quotidiana.



Prima parte- Preparazione della scena.

Un mobile a tre ante,ridipinto in verde con ornamenti di fiori e api,è collocato sul prato; vengono poi portate dalle donne tavole di legno dipinte di rosso e arancione che,stese e unite, raffigurano una grande cella di un'arnia con un otto ( simbolo dell'infinito ) incluso. Questa è la pedana su cui si svolgerà l'azione. Di lato trova posto uno schermo su cui è proiettato il video di Antonio Infantino " Il ronzio delle api ".

La donna Ape regina viene accompagnata in scena dalle altre e ,seduta , con indosso un bellissimo abito rosso con berretto, starà lì per la durata dell'azione.

Ognuna poi va a prendere il proprio abito da ape o da fuco, lo appende dentro il mobile, poggia il copricapo sul ripiano, si posiziona intorno alla pedana. Un fili rosso steso su paletti fa da limite allo spazio scenico.

La calma con cui ogni atto viene compiuto rilassa il pubblico e placa la curiosità di sapere cosa accadrà nel seguito.



Seconda parte- Api e fuchi lavorano alacremente.

Le donne a coppia si dirigono al mobile e indossano gli abiti: rossi e arancioni quelli delle "api",marroni e grigi quelli dei "fuchi".

Sulla pedana ciascuna dà inizio a un movimento, semplice o più complesso, ognuno diverso, muovendosi lentamente, spostandosi un po', ripetendolo più volte.

Poco per volta entrano altre" api " e altri "fuchi " e altrettante i ne escono, si tolgono gli abiti, li ripongono nel mobile, si posizionano ai lati della pedana.

Poi riprendono gli abiti, li riindossano, rientrano sulla pedana, rifanno i movimenti, e così più volte.

Il suono del gong interrompe l'azione alacre .

Nel mezzo della pedana-cella viene deposto un abito giallo.



Terza parte- Il pubblico entra in scena.

E' tagliato il filo rosso, il pubblico può accedere alla pedana e fare ciò che vuole. Poco per volta vengono distesi tutti gli abiti e accessori. Chi li tocca, chi li indossa, chi li osserva, chi si sdraia tra essi.

Le "api" e i "fuchi" sono raccoltei intorno all' "ape regina".



Quarta parte- Si smonta.

Le "api" e i "fuchi" accompagnano l"'ape regina" dietro le quinte.

Viene smontata la pedana, portati via gli abiti e gli accessori, riposto lo schermo.

Di lato, su un tavolino, c'è la raccolta delle offerte. Chi vuole può scrivere una riflessione su un quaderno. Viene donato un vasetto di miele insieme a un volantino con frasi significative.



Uno spettacolo realizzato dal principio alla fine da donne, a cominciare dal recupero del mobile al disegno e pittura della pedana, dalla ricerca di pezzi di stoffa alla loro cucitura, dalla preparazione di cappelli e berretti di feltro alla scelta dei movimenti e alla loro esecuzione, dalla scansione dei tempi all'organizzazione complessiva.

La regista, l'ape regina, Maria Rosa, ci ha abituate a celebrare i riti al momento dei passaggi di stagione.

Ma questa volta il rito è stato spettacolare, un grande saluto all'autunno che inizia : un invito a cogliere la bellezza dei colori del bosco e a sentire la dolcezza del miele che ci riscalda il cuore. Un invito anche a ricordarci che, come le api, l'impegno solidale di un gruppo di donne (ciascuna con famiglie o lavori da portare avanti ) ha saputo creare un'opera molto originale, complessa nel suo significato anche simbolico, impegnativa, globale. Un'opera che nutre chi ha la fortuna di vederla e di gustarla.



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