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Uno stile mafioso?

Uno stile mafioso?

Eluana Englaro / 7 - La difesa ossessiva di una vita senza coscienza

Baldassarre Bruna Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Febbraio 2009

Gli oltraggi alla dignità della persona e delle donne continuano, anche dopo la morte della sfortunata Eluana. In questi giorni abbiamo visto e sentito di tutto: un concentrato di antidemocrazia, che ci lascia seriamente riflettere sull’opportunità di rilasciare testamenti biologici a chicchessia! Le visite degli ispettori e ben altro alla clinica che ospitava il corpo della povera donna: una chiara risposta di stile autoritario, che aveva già scoraggiato altre strutture ad occuparsi del caso. Il potere non scherza quando agisce con uno stile caro a un sistema mafioso. Inutile altri commenti rispetto alla chiarezza cristallina dell’interpretazione di Marco Travaglio, di Paul Ginsborg e di Pier Luigi Bersani – nell’ultima puntata di “Anno zero” condotta da Santoro-.

La vita non c’entra: è solo mera speculazione. Sono affari privati, come tutti quelli che le “vetrine” politiche ci hanno sbattuto spudoratamente in faccia soprattutto in questi ultimi anni. Mai come ora si era toccato il fondo della miserabilità umana.

Mai come ora tanta gente si è vergognata di essere stata cattolica. Ogni sforzo di mantenere vivo un senso d’idealità è svanito di fronte a tanta miserabile strumentalizzazione.

Proprio quell’Io vilipeso, quella coscienza negata e presa in prestito si ribella agli oltraggi subiti. L’Io delle persone vive dice basta! Finalmente Eluana si è potuta staccare naturalmente dal suo stato vegetativo permanente ridiventando persona. L’accanimento è finito, almeno per lei. Non ancora per noi. Ora inizia la vera battaglia, dove delle persone apparentemente dabbene ostenteranno nella TV - e chissà per quanto tempo- quei miseri sorrisi sadici, come solo i bigotti doc con garanzia sanno fare, credendo di aver battuto l’avversario politico, con una frase d’effetto o chissà con che altro, così afflitti da un’epidemia di pre-moralità epocale.

Tutto quello che ci guadagnano i nostri politici di punta è ormai chiaro, ma ciò che può guadagnarci la Chiesa che cos’è, se non la pretesa di una delega assoluta delle nostre coscienze? La difesa ossessiva di una vita senza coscienza sembra quasi trapelare il tentativo secolare di continuare con l’eterna delega delle coscienze altrui. Non c’è cosa peggiore che farla franca per un bel po’ di tempo per spalancare tutte le sacre porte a qualsiasi tendenza che garantisca la poltrona e l’adesione ai peggiori impulsi arimanici, a quegli impulsi che ci attraggono verso il polo della “supertecnica” dimenticando l’anima cosciente.

Un errore gravissimo quello del connubio dei due poteri (laico di punta e cattolico) poiché ignari del reale bisogno di individualità dell’essere umano odierno proteso più che mai verso un risveglio della coscienza.



(17 febbraio 2009)

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