Martedi, 23/01/2018 - Dal 19 al 21 Gennaio nel Teatro di Tor Bella Monaca a Roma si è conclusa la tre giorni di “Uno sguardo dal ponte”, con le ovazioni di un pubblico molto attento. Il dramma tratto da Arthur Miller, tradotto da Masolino d’Amico, con musiche di Pino Donaggio, ha la regia di Enrico Maria Lamanna, le scene di Massimiliano Nocente, i costumi di Ilaria Carannante, disegni e luci di Stefano Pirandello. Un teatro molto bello e gestito con passione dal direttore Filippo D’Alessio, con la direzione artistica di Alessandro Benvenuti. Il Teatro di Tor Bella Monaca - come altri spazi culturali-, rientra nel progetto voluto intensamente da Walter Veltroni sindaco di Roma, col preciso intento di arricchire culturalmente le periferie.
Il cast del dramma di Miller, al pari di una tragedia greca, è rappresentato dal protagonista Sebastiano Somma, artista eccezionale, nel ruolo di Eddie Carbone, l’emigrato segnato da un quadro biografico complesso, da Sara Ricci, moglie di Eddie, Cecilia Guzzardi nel ruolo della nipote, Edoardo Coen in Rodolfo, il suo fidanzato, Maurizio Tesei, nel fratello Marco, Roberto Negri, un portuale, Louis, amico di Eddie, Antonio Tallura nel ruolo dell’ufficiale dell’Immigrazione e da Gaetano Amato, nel ruolo dell’avvocato Alfieri e della voce narrante.
L’opera, tratta da una storia vera, che aveva segnato i ricordi di Arthur Miller, è l’avventura dei nostri emigrati italiani proiettati nel sogno americano e la storia di tutti gli esseri umani che cercano una vita più dignitosa degna di essere vissuta. Come afferma giustamente il protagonista “sono i sogni che si ripresentano in maniera sistematica con un percorso abbastanza preciso, perché purtroppo i luoghi di fame e di disperazione sono sempre tanti". Nella trama, infatti, l’emigrato italiano Eddie Carbone, portuale newyorchese, vive a Brooklyn con la moglie Beatrice e la nipote orfana Catherine, alla quale è molto legato, al punto di non accorgersi che ormai diciottenne non è più la bambina da proteggere. Il dramma si compie con l’arrivo di due immigrati clandestini, cugini della moglie, Marco e Rodolfo, quest’ultimo giovane e subito innamorato di Catherine. L’ossessione di Eddie verso la nipote avrà un esito tragico, nonostante gli avvertimenti dell’avvocato di fiducia interpretato magistralmente da Gaetano Amato. Tutti attori di grande spessore artistico e maestria nell’immedesimazione del loro ruolo, dal protagonista Sebastiano Somma alle due donne, caratterizzate dalla freschezza giovanile della giovane Guzzardi e dalla saggezza di una moglie innamorata, fino all’implacabile giustizia agita dal rappresentante dell’Ufficio Immigrazione, Antonio Tallura.
Interessante la biografia dell’emigrato italiano con le sue passioni, i sogni infranti, il sacrificio verso la famiglia e l’amore assoluto verso la moglie. Il percorso di un uomo, Eddie, che sacrifica la sua vita per gli altri entrando in confusione con i suoi desideri. La via del desiderio è sempre colma d’insidie e di rischi. L’affetto smisurato verso la nipote lo pone, alla stregua di una vera ossessione, come colui che vorrebbe ridurre inconsciamente il desiderio alla semplice domanda, liberandola allo stesso tempo dal desiderio. La conclusione è la distruzione e la sua vita si pietrifica con la morte del desiderio. L’ossessione sfocia in una rinuncia alla realizzazione dell’inconscio desiderio ma allo stesso tempo anche a una sorta di anelito alla perfezione, che non potendo mai essere soddisfatto, si compie con una serie di ritorsioni. Eddie, non potendo riconoscere il desiderio verso la nipote arriva a tradire i suoi stessi ideali denunciando le persone che costituivano un ostacolo alla fascinazione del suo sacrificio. In Marco, si compie con il gesto estremo, l’esistenza di un fantasma sacrificale.
Eddie e Marco, due figure simili nella durezza del loro Super-Io (erede etico e evolutivo della Legge del Padre). Sia in Eddie sia in Marco, il Super-Io, ormai accaparratosi la loro coscienza, infuria violentemente contro l’Io.
Vittime della rigidità maschile ancora le donne, le mogli che amano nonostante tutto.
Rodolfo, invece, così aperto alla vita e alla creatività libera Catherine dalla dipendenza edipica.
Un’opera molto interessante ricca non solo di profonde riflessioni ma anche di spunti ironici che la rendono gradita a un pubblico caldo e attento. In platea anche Lando Buzzanca, che Sebastiano Somma chiama sul palco insieme al direttore Filippo D’Alessio. Buzzanca si congratula sinceramente con il protagonista e con il cast per aver reso l’opera molto interessante. Quando a lui era stata proposta l’aveva ritenuta erroneamente “vecchia”, mentre è attualissima per il tema dell’immigrazione e per molto altro.
Sebastiano Somma saluta in platea e presenta i ragazzi del “Teatro patologico” di Roma, con i quali ha recitato e collaborato insieme all’ideatore e produttore del teatro integrato, Dario D’Ambrosi. Un cast di attori diversamente abili che si sono esibiti con grande successo in “Medea” anche in Giappone e in USA, tutti affezionatissimi a chi ha creduto nelle loro capacità, al punto di acclamare a fine spettacolo “Sebastiano sei un mito” con genuino entusiasmo.
Lo spettacolo “Uno sguardo dal ponte” proseguirà a Catanzaro in Calabria, il 26 Gennaio, in Veneto, nel Friuli, in Puglia, a Civitavecchia, a S. Benedetto del Tronto, a Chiusi e in altre città italiane.
Sebastiano Somma si esibirà nel mese di Marzo al teatro Ghione anche come cantante-attore in uno spettacolo ideato in onore di Lucio Battisti e Lucio Dalla. Per coloro in possesso del biglietto del Teatro Tor Bella Monaca ci sarà uno sconto speciale per il nuovo spettacolo.
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