Login Registrati
Unite da un mare

Unite da un mare

Mondo/ Oltre gli integralismi - Un dialogo al femminile tra le due rive del Mediterraneo promosso dalla Rete Med Espace Femmes, in favore dei diritti di cittadinanza delle donne in Maghreb

Bernadette Rigaud e Monica Mancini Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Settembre 2005

In un momento storico in cui si cede facilmente alle contrapposizioni, culturali o religiose che siano, la Rete Med Espace Femmes vuole promuovere un dialogo tra le donne del Mediterraneo, che anche nella sua dimensione dialettica esprime il desiderio di conoscersi e scambiare idee e pratiche. Il Mediterraneo è concepito come uno spazio d’incontro e scambio, una dimensione che è stata sempre fondamentale in quest’area geografica al di là, e malgrado, i conflitti. In questo senso noi vorremmo parlare di un’esperienza di collaborazione e solidarietà, discussioni e convergenze.
L’iniziativa per la difesa e la promozione dei “Diritti di cittadinanza delle donne in Maghreb” è realizzata dall’Imed in collaborazione con alcune associazioni di donne, sindacati e organizzazioni non governative di Algeria, Marocco e Tunisia. La scelta di fondo, che guida l’intero percorso, è quella di guardare alle donne non solo come soggetti deboli, bisognosi di tutela, ma di mettere in luce soprattutto la forza che molte esprimono nei diversi campi di intervento. Basti pensare al ruolo svolto in Algeria nella lotta di Liberazione contro la Francia o a quello giocato in tempi recenti dalle associazioni femminili nella lotta contro il terrorismo (ma anche da tutte quelle singole donne che non hanno accettato di sottostare agli “ordini” degli integralisti adeguando ad essi costumi e abitudini), per evidenziare l'apporto dato all'affermazione dei diritti e della democrazia nella storia passata e presente.
La prima fase di studi e ricerca ha riguardato l’approfondimento di alcune tematiche come la legislazione sul lavoro, il diritto di famiglia, la storia del movimento delle donne e le questioni legate all’occupazione, da parte di un gruppo di ricerca costituito da studiose di diverse discipline e provenienti dagli ambienti universitari, sindacali e istituzionali e da associazioni che operano nella società civile. Nell’ambito dello studio si accenna solo, dandolo per acquisito, al ruolo fondamentale della scolarizzazione nel processo di emancipazione delle donne sottolineando, oltre al valore dell'istruzione, quello della scuola quale luogo di realizzazione di diritti paritari fra donne e uomini, non a caso messo sotto accusa violentemente dall'integralismo islamista. La stessa cultura islamica è stata considerata, denunciando la sopraffazione degli aspetti religiosi su quelli sociali e politici e il conseguente snaturamento dei significati originali di quella stessa dottrina, in particolare proprio per quanto concerne la posizione delle donne. Nell’ambito della ricerca militanti e leader delle associazioni hanno raccontato e si sono raccontate come attrici nella sfera pubblica lasciando nell’ombra quella privata. Come se i percorsi della soggettività in quel contesto fossero ancora sospesi nel vuoto, senza trovare le parole per esprimerli, forse solo all’interlocutore, forse anche a se stesse. Sul piano propositivo, un punto di convergenza è rappresentato da azioni pilota a favore delle donne nella prospettiva dell'empowerment; cioè azioni volte ad acquisire, a rendere visibili e pienamente riconosciuti, e ad accrescere ruoli e poteri delle donne nei diversi ambiti della politica, dell’economia, della società nel suo insieme, della famiglia. Azioni capaci di incoraggiare innanzitutto le espressioni della libertà femminile, implicando gli uomini quali interlocutori per una “revisione” delle relazioni fra i sessi, dalla sfera privata e familiare a quella pubblica.
E’ a partire dai risultati di questa ricerca che ha preso avvio la seconda fase con il Progetto "Azioni positive per i diritti di cittadinanza delle donne e le pari opportunità nel Maghreb, 2001-2004", che si è concluso a gennaio 2005, coordinato dall'Imed-Istituto per il Mediterraneo nell'ambito dell'Iniziativa Europea per la Democrazia e i Diritti Umani - Programma Meda per la Democrazia "Projets ciblés 2000" della Commissione europea, sotto il patrocinio del Dipartimento per le Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri, in partenariato con la Rete delle Donne del Mediterraneo, dei Balcani e dell'Europa dell'Est della Regione Emilia-Romagna, coordinata dal Comune di Forlì.
Le donne sono state al centro dell’azione in qualità di agenti sociali che in questa fase storica costituiscono i soggetti che più di altri divengono indicatori del livello di democrazia e di sviluppo di un paese. Si sono dunque realizzate delle azioni specifiche, mirate ma al tempo stesso generali con la pretesa di avere un impatto sulla società civile e politica. Riconoscere le cittadine e i cittadini come fini: è la medesima logica, non strumentale, che deve caratterizzare le relazioni fra i diversi paesi e, nel caso specifico, fra le due sponde del Mediterraneo.
Per quanto riguarda la realtà dei diversi paesi, l’Algeria per esempio, la scelta è stata quella di non lavorare sull’emergenza, determinata nel decennio scorso dal terrorismo, ma di agire per e nella “normalità” per una migliore qualità della vita quotidiana delle donne. Così come si è sempre cercato di avere presente la pluralità e complessità della realtà maghrebina, non riassumibile semplicemente in un quadro arabo musulmano che escluderebbe, per esempio, la componente berbera.
In termini di risultati immediati il Progetto ha contribuito a creare e consolidare la presenza e le attività di tre Case delle donne a Tangeri, Tunisi e Costantina e di rafforzare la Rete Med Espace Femmes.
In questo scenario il percorso intrapreso ha portato fase attualmente in corso (febbraio 2005 – aprile 2006) con il Progetto PRISME “Promozione e sostegno dell’empowerment economico delle donne in Maghreb”, finanziato dal Ministero degli Affari Esteri italiano nell’ambito del Programma ART GOLD Maghreb gestito dall’UNDP. Dando seguito alle esigenze emerse nel corso delle fasi precedenti la Rete Med Espace Femmes ha deciso di svolgere un’azione mirata nell’ambito dell’empowerment economico delle donne. Questo è considerato come parte fondamentale di un processo globale di self-empowerment poiché riguarda la valorizzazione e la visibilità del lavoro professionale, la valorizzazione e la presa in carico del lavoro di cura, ossia in generale il riconoscimento del ruolo socio-economico delle donne per se stesse e per tutta la società.
Quest’azione permetterà di consolidare il lavoro svolto fino ad ora nel campo dei diritti di cittadinanza e di aprire nuove opportunità per il futuro, cercando di contrastare nei fatti la ripresa di fondamentalismo che ha come oggetto di particolare attenzione l’universo femminile. Le tre Case delle Donne create con il Progetto Azioni Positive saranno promotrici di reti territoriali di supporto alle donne, affinché possano esprimere pienamente tutto il loro potenziale. In questo senso il progetto vuole creare delle connessioni tra i diritti e le pratiche concrete di costruzione della fiducia in se stesse e dei percorsi di sviluppo personale in una prospettiva di pienezza della cittadinanza contro i limiti posti da tutte le forme di fondamentalismo

Lascia un Commento

©2019 - NoiDonne - Iscrizione ROC n.33421 del 23 /09/ 2019 - P.IVA 00878931005
Privacy Policy - Cookie Policy | Creazione Siti Internet WebDimension®