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Unioni civili e matrimonio: per la legge pari NON sono

Unioni civili e matrimonio: per la legge pari NON sono

A un anno dalla legge sulle Unioni Civili per l'ordinamento giuridico italiano i Patti di convivenza si possono stipulare, ma....

Mercoledi, 24/05/2017 - Le donne scontano ancora oggi secoli di esclusione e di subalternità nella vita familiare, sociale e professionale. Spesso relegate al ruolo di mogli e madri, non sono consapevoli dei propri diritti.

Solo una donna che conosce i suoi diritti può davvero tutelare sé stessa e i propri figli. Conosce il suo Codice Donna.

Codice Donna informa ed assiste le altre donne nei problemi legali con lo scopo di sostenerle nei loro diritti e difenderle per un futuro migliore a salvaguardia del suo ruolo di Donna.

La cronaca dei nostri giorni nostri ci suggerisce di approfondire questo argomento:

Patti di convivenza tra coniugi e conviventi



L'ordinamento italiano ad oggi non considera legittimi i contratti, sottoscritti tra i coniugi in vista del matrimonio o durante il matrimonio, in previsione di un'ipotetica separazione.

Non sono neanche consentiti gli accordi tra i coniugi, successivi alla separazione, in vista del futuro divorzio. Le motivazioni che pervengono dal mondo giuridico sono diverse e non credo sia il caso di analizzarle in questa sede.

Nell’ultimo periodo però i Giudici di merito e di Cassazione hanno più volte considerato validi gli accordi patrimoniali conclusi in vista del futuro divorzio.



In mancanza di una legge, è la Giurisprudenza che supplisce, autorizzando gli sposi a disporre dei loro beni, in vista del matrimonio, a seguito della separazione o del divorzio.

La recente legge sulle Unioni civili, che compie un anno proprio nel mese di Maggio, all'art. 1, comma 50, espressamente prevede la possibilità per i conviventi " di disciplinare i rapporti patrimoniali relativi alla loro vita in comune con la sottoscrizione di un contratto di convivenza."

Un'importante risorsa, che ad oggi, però, non ha avuto particolari adesioni.

In effetti, la possibilità di regolamentare la futura vita patrimoniale consentirebbe agli sposi ed ai conviventi di evitare liti su future ed eventuali divisioni immobiliari, di beni mobili o sul mantenimento, che spesso pregiudicano la qualità della vita e quindi la quotidianità dei partner, con ricadute, purtroppo, anche sul rapporto con i figli.



Questi contratti - che la legge già ha regolamentato per i conviventi e paradossalmente non per i coniugi - possono avere come contenuto diritti disponibili, cioè trasferimenti di diritti immobiliari, versamento del mantenimento, versamento di somme di denaro, consegna di beni mobili di valore (quadri, suppellettili). e così via. Mentre non potrà essere regolamentato ciò che riguarda la vita dei figli, perchè non valutabile dal punto di vista patrimoniale, quindi si tratta, in quest'ultimo caso,di diritti indisponibili.



Abbiamo tutti letto la famosa sentenza della Suprema Corte che recentemente ha dato un colpo di spugna alla determinazione dell'assegno di divorzio, sulla base del tenore di vita goduto in costanza di matrimonio. Tra gli effetti di questa particolare decisione, c'è una domanda di tutela che rischia di rimanere senza risposta e che riporta in gioco la speranza dei patti prematrimoniali, per cercare di dare un futuro equilibrio ad una coppia che si sposa e che ha desiderio, su volontà comune, di dare una regolamentazione futura ai suoi eventuali rapporti tra separati.



Il mancato riscontro ai Patti di Convivenza ci spiega la mancanza di preparazione culturale a questo nuovo tipo di regolamentazione, speriamo che il legislatore ci metta mano al più presto, per consentire gli accordi anche tra i coniugi, con l'obiettivo di creare una cultura in tal senso.



Avv. Simona Napolitani

Presidente

www.codicedonna.it

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