CIAO! - Mi è difficile fare un editoriale in questo numero “speciale” di NOIDONNE senza mettere dentro a quello che scrivo molto di me stessa...
Costanza Fanelli Sabato, 03/12/2016 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Dicembre 2016
Mi è difficile fare un editoriale in questo numero “speciale” di NOIDONNE senza mettere dentro a quello che scrivo molto di me stessa, non solo come attuale presidente della Cooperativa Libera Stampa impegnata intensamente in questa impresa straordinaria e difficile ma come donna che ha vissuto in diretta tanti passaggi importanti di questa testata.
La libertà che caratterizza la storia di questo giornale mi consente tale privilegio. E allora lasciando a ricostruzioni dettagliate che si potrebbero e potranno fare sui tanti capitoli che hanno caratterizzato la vita di NOIDONNE come giornale e come impresa al femminile nella metà del secolo scorso, scelgo di concentrare l’attenzione di chi legge questo numero sul significato, il lavoro e i risultati del periodo che va dal 2000 ai giorni nostri. Il primo grande risultato è che si è assicurato alle donne e al mondo dell’informazione altri 16 anni di presenza giornalistica, culturale e politica in una fase di grandi cambiamenti generali e per le donne. E questo non è avvenuto per caso, né con facilità.
Dopo la chiusura nel 1999 di Noi Donne a causa di una forte crisi di carattere finanziario della cooperativa e in presenza di una situazione debitoria molto grave sembrava ineluttabile la definitiva chiusura della testata. Ma così non è stato. Grazie a uno scatto di vero coraggio di alcune, all’emergere di tante energie positive e generose, al ricorso di tanto lavoro volontario e al sostegno di tante amiche e lettrici, si sono riannodati lentamente i fili di una nuova o meglio rinnovata storia, quella del ventunesimo secolo. Si è ricominciato da fogli poveri, non cessando mai di essere un riferimento libero per le donne e, grazie a sacrifici personali, a tanta creatività e convinzione anche sul piano del reperimento di risorse, si è riusciti a poco poco non solo a ripianare i debiti pregressi ma a rimettere i bilanci a posto e quindi, sempre con grande prudenza di gestione, a ricreare le condizioni per fare uscire nuovamente un mensile a colori, ricco di articoli, rubriche, apporti giornalistici e culturali. La carrellata delle copertine di questi anni parla da sola e scandisce la capacità di stare comunque, anche con risorse scarse, nelle cose e nella società.
In linea con i tempi NOIDONNE è divenuto anche on line, con un sito attivissimo e una presenza in crescita sui canali social. Ma su questo incredibile lavoro, che ha trovato un riscontro vero nella tenuta e nello sviluppo degli abbonamenti, si è inserita negli ultimi cinque anni quella che è oggi una delle principali cause - ma non l’unica - della nuova situazione di criticità dell’impresa: il taglio continuo e progressivo dei contributi pubblici all’editoria, che ha eroso via via anche ogni margine di risparmio prodotto in questi anni, in un bilancio peraltro già ridotto alle sole spese incomprimibili. Malgrado questo si è resistito ancora, ricorrendo anche alla cassa integrazione e sperando in una inversione di tendenza che purtroppo non è avvenuta. Anche l’importante riforma dell’editoria approvata di recente dal Parlamento - dopo un’azione forte di pressione cui abbiamo attivamente contribuito - con la creazione di un fondo specifico per il pluralismo dell’informazione arriva quando i tempi sono scaduti per molte testate piccole e medie come la nostra.
La decisione di sospendere l’edizione cartacea di NOIDONNE è figlia dello stesso senso di responsabilità, che ha spinto 16 anni fà a tentare in tutti i modi una strada per riprendere un cammino, per garantire comunque la continuità di una storia importante, ma con una attenzione particolarmente vigile alle sostenibilità economiche. Anche perché stiamo parlando di una cooperativa composta liberamente da donne che apportano lavoro, volontariato, passione ma non hanno capitali. La Cooperativa Libera Stampa, ha una storia lunga che andrebbe raccontata di più nel mondo imprenditoriale, con i suoi meriti ma anche suoi errori o limiti, come altre imprese del resto. Va ricordato che è stata la prima libera cooperativa nel mondo dell’informazione, una scelta lungimirante fatta da tante donne, in primo luogo dell’Udi, che alla fine degli anni ‘60 hanno pensato ad un modo autonomo e innovatore di fare informazione. Tra le protagoniste di questa sfida anche manageriale non si può non citare Marisa Ombra.
La Cooperativa Libera Stampa ha partecipato poi con convinzione a tutte le battaglie nel nostro paese per una libera informazione, concorrendo ad affermare il principio della necessità di un sostegno pubblico alle testate autogestite, parlando non solo come operatrici e professioniste dell’informazione ma anche a nome di tante lettrici a cui NOIDONNE ha sempre guardato come parte della propria impresa. Noi Donne ha certamente vissuto negli anni ‘80-‘90 una fase che oggi possiamo leggere come “privilegiata” per le condizioni politiche e di mercato rispetto alle quali - e io lo posso dire in libertà avendola vissuta - non sempre ha colto al momento giusto il senso dei cambiamenti e dei nuovi limiti economici e politici.
Da anni il mondo dell’informazione sta attraversando profondi cambiamenti, in peggio e in meglio. E NOIDONNE ha deciso di prenderne atto, con senso di realtà e di verità, senza vittimismi, continuando a contare su chi ha creduto nel ruolo speciale di questa testata. Ma anche con la curiosità del nuovo da affrontare. Il nuovo è soprattutto la dimensione multimediale, è la rapidità dei movimenti di informazione, è la difficoltà a riconoscere i confini tra dimensione nazionale e internazionale. Ma per noi anche l’urgenza e la testardaggine di collocare in questo quadro sempre e comunque l’occhio e la testa delle donne come soggetti liberi.
L’invito a tutte le nostre lettrici e amiche è di aprire un confronto su tutto questo, di seguirci nelle nuove imprese, di sostenerci con quello che ciascuna può, come abbiamo fatto in questi anni.
Costanza Fanelli, Presidente della Cooperativa Libera Stampa
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