Pensioni / 2 - Emma Bonino sostiene da tempo la battaglia per l'equiparazione dell’età pensionabile tra uomo e donna
Redazione Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Febbraio 2009
La radicale Emma Bonino, eletta alle ultime elezioni politiche nelle liste del Partito democratico, sostiene da tempo la battaglia per l'equiparazione dell’età pensionabile tra uomo-donna e si è espressa molto chiaramente sull’argomento evidenziano anche come non sia possibile non rispettare la sentenza dell'Unione europea ‘Non possiamo mica permetterci di gettare dalla finestra centinaia di milioni per pagare una multa. Le sentenze vanno rispettate’. La crisi economica mondiale e la recessione che ci sta travolgendo sono, secondo l’esponente radicale, una ragione in più per attuare una riforma che equipari l’età della pensione per uomini e donne: ‘la recessione assesterà un altro colpo al lavoro delle donne visto che in maggioranza hanno contratti flessibili e visto che più degli uomini hanno difficoltà di accesso sul mercato del lavoro. La sentenza della Corte europea diventa, in questa senso, un'occasione. Dobbiamo fare di necessità virtù. Accettare l'equiparazione dell'età. pensionabile e chiedere in cambio un vincolo politico: cioè, che i risparmi finanzino incentivi fiscali sul lavoro femminile oppure che si introducano contributi figurativi previdenziali per ogni figlio’. Di fronte ad una situazione economica critica, con un grande preoccupazione del governo a trovare risorse da investire ‘le pensioni restano l`unica riforma a costo zero e con relativi sacrifici per i cittadini per riassestare il sistema e ridare ossigeno agli esclusi. L`unica riforma possibile, - prosegue Bonino - altrimenti servono più tasse e non pare proprio il caso, visto l`affanno generale’. E di fronte a quanti affermano che le risorse liberate dal mancato pagamento delle pensioni e dalle maggiori entrate contributive non saranno utilizzate per politiche di sostegno all’occupazione femminile e ai servizi si assistenza all’infanzia, come, malgrado le promesse, è già accaduto in passato, risponde: ‘stiamo presentando un emendamento che vincola il governo ad utilizzare gli eventuali risparmi determinati dall'applicazione della direttiva europea a risolvere tutti i problemi collegati alla discriminazione delle donna nel campo del lavoro’. (N. A.)
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