Maria Paiato - Il monologo di Sergio Pierratini per commemorare i 50 anni dell'alluvione del Polesine
Mirella Caveggia Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Marzo 2007
Il suo nome non lampeggia come quello delle star, ma Maria Paiato è un’attrice strabiliante e senza rivali, capace di infondere con la sua intensità interpretativa emozioni incancellabili. Per La Maria Zanella, una ricostruzione drammatica della tragedia del Polesine, un “atto d’amore doloroso” che per sei anni ha percorso l’Italia, si è aggiudicato il Premio Ubu per il teatro 2005 come migliore attrice protagonista. Lo stesso riconoscimento le è stato assegnato come migliore interprete nella stagione 2006 per il ruolo sostenuto nella resa teatrale ronconiana del libro Il Silenzio dei comunisti, dove diventa drammaturgia viva un epistolario di Vittorio Foa, Miriam Mafai e Alfredo Reichlin, in cui è descritta un’esperienza forte e complessa di speranze e delusioni che ha lasciato il segno nella storia del nostro paese. In questo dramma, incluso nel progetto “Domani” realizzato dal grande regista per le Olimpiadi di Torino, l’attrice, magnifica nella sua recitazione disadorna e commovente, vestiva i panni di Miriam Mafai con una tale capacità da sembrare la vera Miriam; tanto che lei stessa, presente allo spettacolo, si riconobbe e andò ad abbracciarla complimentandosi.
Anche nel monologo La Maria Zanella, scritto molto bene da Sergio Pierratini per commemorare i cinquant’anni dell’alluvione del Polesine e messo in scena con la regia di Maurizio Panici, la brava attrice con un’immediatezza che lascia di stucco si identifica con la protagonista. È questa una donna sulla cinquantina, resa ritardata e infantile dal trauma subito in tenerissima età cadendo nell’acqua fangosa dalle braccia del padre in fuga durante quella tragedia. In famiglia è cresciuta in disparte, senza stimoli e in totale dipendenza, attaccata ossessivamente alla casa, alla madre e alla sorella. Tutto questo passato è rievocato con un linguaggio primitivo, rapido ed efficace, interrotto da folate di ansia, presto spiegate quando la tortuosità del racconto si accosta al presente e lascia intravedere il progetto della sorella di vendere la cascina dopo la morte dei genitori. Smarrita nel suo mondo sconnesso, senza punti di riferimento, senza identità e senza affetti, Maria svela la sua disperazione davanti all’atto notarile che l’ha scalzata e si inoltra vestita della sua innocenza nel delirio fino a toccarne il fondo.
Seduta su una sedia in una posa di naturale scompostezza, illuminata da quelle luci di cucina di campagna - piatto tondo e lampadina - un vestituccio grigio e un golf senza forma, i gambaletti e le scarpe di feltro, Maria Paiato si stringe in un solidale abbraccio alla protagonista. Il suo istinto teatrale e una regia di prim’ordine imprimono alla sua interpretazione un’asciuttezza, una misura, una precisione prodigiosi. Fra sorrisi inebetiti e scoppi di pianto, tutte le gamme espressive sono sfiorate: sguardi obliqui o ottusi, gesti sconnessi e frenati, fremiti inattesi nel volto trasfigurato da espressioni fisse e senza luce oppure mutevoli e fulminee, o deformato da sorrisi inebetiti e singhiozzi soffocati. Senza alcuna ricerca fra i malati di mente, ma solo frugando nei ricordi e traendo spunti dal suo ambiente familiare connotato dalla semplicità contadina, Maria Paiato non più attrice, ma persona vera che annaspa nel disagio, ha attinto un’ispirazione che l’ha resa unica.
Maria Paiato è nata nella provincia di Rovigo nel 1961. Diplomata all'Accademia Silvio d'Amico nel 1984, è i entrata nella compagnia teatrale di Pino Quartullo. Vive a Roma da molti anni. Ha lavorato con Antonio Calenda, Giancarlo Sepe, Maurizio Scaparro, Mauro Bolognini, Nanni Loy, Luca De Fusco, Ennio Coltorti. Fra le sue interpretazioni, "La spiaggia" di Luca De Bei (premio Flaiano 2001), "La Maria Zanella" di Sergio Pierattini, regia di Maurizio Panici (Premio della critica 2005, la Maschera d'oro 2005, Premio Ubu 2005); "Cara professoressa" di Ljudmila Razumovskaja, regia di Valerio Binasco (Premio migliore attrice agli Olimpici del teatro 2004); "Natura morta in un fosso" di Fausto Paravidino; "Le troiane" di Euripide con la regia di Piero Maccarinelli; “Il silenzio dei comunisti” diretto da Luca Ronconi per “Progetto Domani” della Fondazione Teatro Stabile di Torino. Per la RAI, "Madre Teresa di Calcutta" ; "I dialoghi delle carmelitane" di Bernanos, regia di Cristina Pezzoli; "la Storia" di Elsa Morante, regia di Anna Antonelli.
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