Referendum - Le donne protagoniste della battaglia referendaria in tutto il paese
Silvia Vaccaro Lunedi, 01/08/2011 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Agosto 2011
Lo straordinario risultato del referendum abrogativo popolare su acqua, nucleare e legittimo impedimento è stato il traguardo atteso dopo una corsa lunga più di un anno. I comitati referendari, attivissimi gruppi di cittadini, legati non dall’ideologia o dal partito, ma dalla voglia di combattere per le battaglie civili, erano pieni di donne. Grazie a Daniela Pellegrini e Daniella Ambrosino di Rete Viola (il movimento è nato a partire dal NoB-Day del 5 dicembre 2009, totalmente indipendente dai partiti), abbiamo contattato alcune di loro per farci raccontare l’esperienza di partecipazione a questa vittoria. “Abbiamo raccolto firme porta a porta, ai gazebo, durante incontri – racconta Edi Simonini di Sondrio – e abbiamo auto-finanziato da soli tutti gli eventi, sapendo che i media non ci avrebbero aiutato”. Le donne hanno sempre ricoperto ruoli strategici, guidate da una passione profonda per i temi del referendum. “Mi sentivo in colpa nei confronti di mia figlia a cui sottraevo del tempo – mi ha detto Emilia Sirbu che vive ad Orte – ma è stata una battaglia intrapresa pensando proprio al futuro di tutti i figli di Italia”. Cristina Mazzoccoli, appena maggiorenne, liceale ad Anzio, si è buttata in questa esperienza con tutta se stessa usando “la fantasia e l’emotività proprie delle donne”. E con l’impegno di questo popolo del quorum il risultato atteso è arrivato. La politica adesso deve fare la sua parte e ascoltare con orecchio teso le istanze dei cittadini, che vogliono e devono essere parte attiva delle decisioni strategiche per il paese. Lucia Ciarmoli, di Roma, legata a LiberaCittadinanza, si augura che “la sinistra sia capace di battersi per le battaglie del pianeta, che riporti il mercato entro limiti accettabili. Dobbiamo fare pressione – aggiunge – per una politica energetica sulle rinnovabili e per la legge popolare sulla gestione dell’acqua. Questa vittoria è solo un punto di partenza”. La politica deve ripartire da questo dato forte, riconsiderando il legame tra natura e vita umana, proprio della concezione matriarcale e femminile della vita. “La terra è donna, ed è stata per troppo tempo abusata”, mi ha detto Emilia, e solo un maggiore rispetto e senso di giustizia possono far cessare questo affronto. “Questa vittoria è una buona occasione per rieducarci – conclude Edi - ad una vita più sana e meno illuminata, per riscoprire le lucciole e continuare a poter bere dalle fontane”.
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