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Una vita sulla cresta... dell'onda

Una vita sulla cresta... dell'onda

Intervista a Sefi Idem - Mentre termina la sua autobiografia si prepara per le prossime Olimpiadi

Bartolini Tiziana Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Marzo 2007

"La scrittura mi ha sempre affascinato e scrivere la mia autobiografia è stata una sfida, ma misurarsi con la dimensione del libro è stato molto più difficile di quanto pesassi". Impressiona un po' sentir parlare in questo modo di sfide una donna che le vinte tutte. Una bacheca scintillante di prestigiosi Ori e Argenti e una serie innumerevole di record nello sport, Sefi Idem – due figli, un marito, assessora a Ravenna - vive tutte le dimensioni della sua esistenza con determinazione e passione. L'abbiamo intervistata mentre era in partenza per la Spagna, dove, conclusa la stesura del suo libro, si è ritirata per alcune settimane. Sole, lei e la sua canoa, per riavviare un dialogo mai interrotto in vista di Pechino2008. Obiettivo: nuovi record da aggiungere alla sua storia di donna e atleta alle prossime Olimpiadi.

In aprile, dunque, potremo leggere la tua autobiografia. Perchè hai deciso di raccontarti?
A Sperling & Kupfler, che seguono una collana riservata alle storie dei campioni, erano interessati alla mia e così ho colto l'occasione per raccontare come sono cresciuta, le difficoltà che ho avuto, le mie esperienze i bei momenti. Ho sempre sofferto, nelle interviste, del fatto di essere incasellata, definita in uno schema: la mamma, l'assessore, l'atleta intramontabile. Io mi sento, invece, un insieme, una complessità che di solito è smarrita. Poi c'è la classica domanda, da quando sono in Italia 'ti senti più italiana o tedesca?'. Un quesito che ha aperto una voragine dentro di me. E' faticoso trovare una risposta perché tutti si aspettano una dichiarazione d'amore, ma la verità è che mi sento l'una e l'altra cosa.

Come vivi nel quotidiano questo impegno di voler essere atleta, donna, madre, politica?
Mi piace impegnarmi su tanti fronti. Credo che noi donne abbiamo la capacità di conciliare tante dimensioni, pochi uomini possono fare altrettanto. Certo è faticoso e l'aiuto della famiglia, come nel mio caso, facilita. Via via che i miei figli crescono le richieste di attenzione si intensificano e occorre trovare il modo dedicare più tempo alla dimensione del privato. Ho fatto i miei figli con amore e convinzione: sono la mia vita e sto cercando di rosicchiare più tempo per loro.

Nello sport hai vinto tutti, perchè hai deciso di affrontare un nuovo impegno olimpico?
Ho provato a smettere, ma ho sofferto della privazione delle sensazioni che le gare e gli allenamenti mi danno. Tornata in barca nel 2006 per vedere valutare l'ipotesi di gareggiare, sono arrivata seconda. Allora mi sono detta: faccio queste Olimpiadi e poi lascio. Al fondo, però, c'è la passione, che oggi ha poco spazio perché facciamo tutto per calcolo.

Parliamo di donne nel mondo dello sport. Sono discriminate?
Si, e molto. Pensiamo agli sponsor: privilegiano gli uomini e sostengono donne, purché siano belle! Inesistente la parità nelle dirigenze e anche nella promozione delle attività. C'è il deserto, poi, se guardiamo alle garanzie per la maternità. Alle dichiarazioni della Rizzitelli su noidonne (numero di dicembre, ndr) non c'è nulla da aggiungere.

Se lo dice una campionessa ai tuoi livelli, figuriamoci le altre...
Alle ragazze che giocano, magari, in un semplice campionato di serie A1 spesso è chiesto persino firmare clausole antimaternità. Ho saputo di situazioni limite in cui sarebbe stato proposto di abortire. Sono realtà inaccettabili di cui non si parla.
(9 marzo 2007)

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