Baldassarre Bruna Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Dicembre 2008
Se ne è andata con una grande dignità, proprio come aveva vissuto la sua vita.
Da vera credente anche lei aveva avuto paura della morte, come aspetto misterioso di essa, la paura del “regno delle ombre”, la paura di perdersi nell’infinito, l’infinito che smembra e dilata nell’universo, un immaginario senza un centro su cui più poggiare. Questa morte era già la malattia, la misteriosa trasformazione che toglie all’Io la parte più spirituale dell’essere umano, la sua forza vitale e la sua decisionalità. La notte, sua grande amica, le ha permesso l’incontro con le forze cosmiche necessarie verso l’ultimo gesto dignitoso: andarsene in silenzio, senza subire le umiliazioni dell’accanimento terapeutico. Curata e accudita con tutto l’amore e la dedizione che meritava, credo che ultimamente, allo stremo delle sue forze, avesse interiormente deciso di lottare per un altro amore: il viaggio verso il suo amato Rodolfo. Un viaggio inconsciamente desiderato dal tempo della sua scomparsa. Si erano veramente amati, Anna e Rodolfo, e per i loro cari, il quadro di armonia tra due esseri, è il ricordo più bello che la morte possa lasciare. Due anime che si completavano a vicenda senza barriere o conflitti, perché capaci di amarsi profondamente come persone. Tutta la vita di Anna era all’insegna di un’etica cristiana, di categorie datate, ma solide come il diamante.
Una biografia, la sua, al servizio degli altri, dove l’altro è come il volto del beduino nel racconto de “Il piccolo Principe”, il volto dell’Uomo, il volto di tutti noi. Fare politica per lei era pensare agli altri e ci pensava veramente, nel senso che il pensiero era illuminato dalla forza del cuore, la grande forza dell’amore sociale. E’ così che la volontà diventa azione morale e non comune parola o corsa al potere.
Anna credeva molto nella sorellanza tra le donne e amava dare fiducia a tutte le iniziative delle donne. Era incinta di suo figlio Alberto, quando fu arrestata per distribuire in piazza per l’otto marzo le mimose e la rivista NOIDONNE! Poi divenne famosa in tutta Italia per le sottoscrizioni alla rivista! Una capacità senza precedenti: lei era una vera comunicatrice.
Ci sono ben altre azioni che la rendono famosa nella storia del nostro Paese, e per questo basta leggere la sua biografia “Con le donne e non solo”, una storia toccante, soprattutto perché dettata dalla ricerca di verità. Il suo fare non era mai spinto da altro, e come essere umano vero, arrivava dritta al cuore della gente. Era capace di amare completamente e veramente tutti spendendo tutte le sue forze per qualsiasi lotta sociale. In questo senso era proprio unica.
Spero che di lei resti proprio il suo esempio di vita: un chiaro messaggio di rettitudine. Aveva superato tre volte il tumore, ma c’era un cancro incurabile che la scalfiva ogni giorno e riguardava la mancanza di senso morale nella vita politica. Non ne parlava volentieri, perché amava credere di credere ancora che tutto fosse come ai suoi tempi, quando si viveva e lottava per un’idealità sociale rappresentata dalla coerenza del Partito!
Nelle donne amava credere, con tutto l’amore possibile e immaginabile, per lo spirito ricettivo che caratterizza la donna, e nel caso di Anna, è stato proprio lo spirito ricettivo a permetterle che la stessa vita le si svelasse collegando l’immaginazione e la ragione con la manualità e la forza creativa.
Vorrei ricordare come Anna sia riuscita ad andare incontro alla vita con il senso del bello, senza doversi creare una realtà interiore superiore a quella esistente, ma andandole incontro per immergersi in essa. Immergersi per trovare nel suo continuo divenire le leggi immutabili.
Lascia un Commento