60° Costituzione / Adele Morelli Natta - "la vita di Adele Morelli, 91 anni, che con grande lucidità ricorda, e racconta, tutto quello che hanno significato la Seconda Guerra Mondiale, il Dopoguerra..."
Francesca Paglieri Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Giugno 2008
Una vita “bella”, trascorsa con un'intensità particolare e unica, come forse poteva essere solo quella della moglie del deputato imperiese Alessandro Natta, “ultimo segretario del PCI” come egli stesso sosteneva, mancato nel 2001. E' la vita di Adele Morelli, 91 anni, che con grande lucidità ricorda, e racconta, tutto quello che hanno significato la Seconda Guerra Mondiale, il Dopoguerra e le vicende più recenti. Ci sono così tante cose da scoprire e da imparare nelle parole di Adele Morelli Natta che, ogni volta si conversa con lei, non si può fare altro che tornare alla propria vita arricchiti di qualcosa in più. A partire dalla sua gioventù, trascorsa in collegio, luogo dove, giovanissima, si innamora di Alessandro Natta e inizia con lui un rapporto lungo praticamente 70 anni. Adele ricorda con grande lucidità il periodo della guerra e soprattutto quella vissuta dalle donne, come lei stessa spiega. “Nei conflitti gli uomini vanno sì a combattere, ma sono le donne che rimangono a lottare con il cuore. Sulle loro spalle vengono caricate tutte le responsabilità, il lavoro ma anche la casa e i figli. Sono spesso le donne che sanno reagire con forza alla tragicità della vita”. Lei ha vissuto intensamente gli anni della guerra con un coraggio non comune. Significativa la vicenda della “noce”, ce la racconta? “Durante la guerra le lettere, a causa della censura, dovevano rimanere aperte. Nell’estate del '44 decisi di mandare ad Alessandro, che era prigioniero in un lager tedesco, un pacco contenente alcune cose, come sigarette, cioccolata, zucchero, che cucii a macchina in due fazzoletti nuovi, che potevano sempre far comodo, e frutta secca. Mi venne in mente di aprire in due parti perfette una noce e tolto tutto il gheriglio vi misi all'interno un fogliettino con alcune informazioni che sicuramente mi sarebbero state censurate. Il “trucco” funzionò e lo venni a sapere perché Sandro mi scrisse successivamente in una sua lettera “Sarò per sempre amico delle noci”. Quella missiva segreta, che Sandro lesse a tutti i compagni, fu una vera gioia collettiva”. Adele ha prestato il proprio lavoro all’ospedale militare a contatto diretto con gli orrori della guerra, con i feriti e i morti. Con grande forza d’animo ha saputo affrontare situazioni molto difficili. Una forza che l’ha contraddistinta sempre, anche alla fine del conflitto mondiale. Dopo il matrimonio con Alessandro e la nascita della figlia, ha accettato l'idea del marito di rifiutare la prestigiosa cattedra di Pisa, che gli era stata offerta grazie ai suoi innumerevoli meriti letterari, per diventare funzionario di partito. Una decisione che Adele ha saputo rispettare fino in fondo, che l’ha portata a smettere di lavorare e a seguire la politica, diventando una delle rarissime donne che facevano comizi subito dopo la guerra. Una grande prontezza di spirito quella di Adele che ha affrontato la campagna elettorale del 1948 andando in giro per il territorio imperiese, parlando in piazze gremite di persone, anche a costo di essere presa a sassate”. Com'era per lei affrontare i comizi? “Ero digiuna di politica, ecco perché non parlavo di teoria ma di vita pratica. Il grosso problema nella provincia di Imperia era quello dei dispersi in Russia, circa 200. Nei comizi affrontavo subito questo nodo che sapevo essere molto controverso anche a costo, come in un discorso a San Biagio della Cima, di essere presa a sassate. Non era facile essere donna, in politica, e pure comunista. Ecco perché ai comizi ero sempre scortata da tre compagni partigiani”. Adele nella politica è rimasta nelle retrovie, non assumendo quindi incarichi ufficiali. E' stata però una delle maggiori animatrici, nel territorio imperiese, dell’UDI (Unione Donne in Italia) che si occupava di organizzare manifestazioni e momenti di socialità per le famiglie. Occasioni anche per discutere di temi d’attualità e quindi, tra le righe, fare “politica”.
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