“W.”, il film di Oliver Stone - “W.” è il titolo del film che Oliver Stone su George Bush junior, presidente degli Stati Uniti in carica fino al 21 gennaio 2009
Mirella Caveggia Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Novembre 2008
"W." è il titolo del film che Oliver Stone, tre volte premio Oscar, ha realizzato mettendo a fuoco George Bush junior, presidente degli Stati Uniti in carica fino al 21 gennaio 2009, data dell’assunzione ufficiale del mandato presidenziale da parte del suo successore Barack Obama.
“W.” doveva essere presentato al Festival internazionale del film di Roma, ma la proiezione è stata censurata. Vuoi per ragioni politiche o di opportunità, oppure a causa dell’amicizia del presidente americano con il nostro premier: sta di fatto che il film in quella sede non s’è visto e non ha trovato in seguito distribuzione. Se ne è fatto carico Nanni Moretti, direttore di Torino Film Fest (21-29 novembre 2008), che lo ha voluto in apertura della sua rassegna, avvenuta con pieno successo alla presenza dell’autore al Teatro Regio di Torino. Ora che la vicenda Bush volge al termine, e che s’è fatto finalmente avanti un distributore, l’Angelo Pictures, la si potrà vedere narrata sugli schermi italiani, anche se ha perso un po’ del suo mordente: sia per l’esito elettorale, sia per la crisi economica che l’ha oscurata.
Non ci si aspetti un documentario accusatorio, un po’ maligno e spietato. Il film controverso traccia semplicemente il ritratto molto avvincente di un uomo inadeguato al compito che il popolo statunitense gli ha assegnato (incomprensibilmente, secondo l’autore); un personaggio senza nerbo, tanto malleabile da accordare il suo benestare alle strategie spesso dissennate di collaboratori senza scrupoli, tramate su fatti inesistenti. In sostanza, più che il male commesso dal presidente, è il bene che egli non ha fatto quello che emerge nella visione dell’autore e dei suoi collaboratori.
Come ha spiegato il regista presente all’inaugurazione, il film è una storia vera rimasta nascosta, rivelata da un’équipe che l’ha ricostruita con una ricerca svolta lungamente e con impegno, una storia sottostimata, come il suo protagonista. «La scarsa valutazione: questo è stato l’errore» ha ammonito Oliver Stone, invitando alla riflessione. «E in Italia voi vivete cose simili».
Lo si vede in gioventù, il figlio di George senior e di Barbara Bush. Un po’ sbruffone e provinciale, poco incisivo, poco portato agli studi, propenso all’alcol, vibra per una sola passione che lo accompagnerà per tutta la vita: il baseball. Si assiste al racconto in crescita della sua vita privata e pubblica, ai progressi e il successo nella scalata politica, alle sue valutazioni sbagliate, ai gravi errori commessi anche per l’influenza dei suoi consiglieri. La figura che ne esce è quella sconsolante di un individuo dal carattere candido e dall’ego smisurato, privo di interessi per la vita interiore e tormentato da un rapporto conflittuale con un padre incombente che non gli accorda fiducia. Ma il regista è benevolo nei suoi confronti, indulgente davanti alla sua semplicità di fondo, all’eloquio scarso e alle lacune culturali, e nello sviluppo avvincente lo descrive capace di superare le sue debolezze, di abbracciare con convinzione la fede cristiana e di arrivare all’ammissione parziale dei propri errori.
Più satira che commedia, più analisi psicologica che documento politico, il film ha il pregio di essere ben condotto nel suo intreccio di episodi passati e recenti. Degna di un Oscar è l’interpretazione di Josh Brolin che rivela una stupefacente aderenza di gesti ed espressione al presidente. Bravi e molto intensi tutti gli attori e molto espressive le attrici Elizabeth Bank, Ellen Burstyn e Thandie Newton nei ruoli di Laura, Barbara e Condoleeza.
Il tono è divertito, ironico e spesso leggero; ma lo spettatore accorto capirà l’impatto che un presidente non correttamente valutato ha avuto e avrà nella storia del suo Paese e del mondo e coglierà il messaggio che la spaventosa crisi che lo ha oscurato potrebbe porre fine alla politica dura ed espansiva che in buona parte ha indotto la catastrofe che va dilatandosi.
Lascia un Commento