Valentina Petricciuolo si laurea, dopo due giorni dalla consegna al padre della lettera di licenziamento, con una tesi sulla crisi industriale della multinazionale americana in cui lavorava il genitore
Mercoledi, 17/11/2021 - Ci sono notizie che solo a leggerle su di un giornale sono capaci di suscitare determinati stati d'animo. Così è stato per la vicenda relativa al conseguimento della laurea in giurisprudenza da parte della figlia di un’ex operaio della Whirlpool di Napoli. A fare scattare le mie corde interiori è stata la circostanza non irrilevante per la quale Valentina Petricciuolo si sia laureata due giorni dopo l'arrivo della lettera di licenziamento per il padre, che da trent'anni lavorava in quello stabilimento industriale. Per di più l'argomento della sua tesi era "Diritto del lavoro e globalizzazione", sviluppato peraltro proprio nei mesi più infuocati della crisi dell'azienda napoletana. 140 pagine gravitanti intorno al racconto della vicenda vissuta dalla sua famiglia alla Whirlpool, dove suo padre ha lavorato per trent’anni e dove precedentemente era stato occupato anche il nonno materno e che ora ha, dopo sessant’anni, ha smesso la produzione di lavatrici.
La neolaureata ha approntato una disamina puntuale degli effetti della globalizzazione e delle delocalizzazioni industriali abbattutisi sui 320 lavoratori della Whirlpool di Napoli, che hanno atteso invano per due anni una soluzione a seguito dei licenziamenti avviati dalla fabbrica partenopea. Senonchè sentire dalla viva voce dei protagonisti di questa storia la narrazione della loro vicenda umana e di studio, ha reso quella testimonianza ancora più significativa. Valentina, durante un'intervista al Tg 3, ha spiegato emozionata di essere ricorsa a parole dure nel suo elaborato, quasi giustificandosi "È stato molto difficile, anche perché quando le vicende ti toccano da così vicino è inevitabile che tu parli anche delle tue emozioni". Davvero toccante questo momento, perché si è compreso perfettamente che le fonti da cui era stata elaborata la tesi non erano soltanto testi accademici, ma le pagine del libro della vita di persone in carne ed ossa.
Quando, per un breve momento, l'inquadratura televisiva si è posata sulla prima pagina della tesi, ove era scritto "A mio padre e ai lavoratori della Whirlpool di Napoli", si è inteso quanto Valentina abbia contribuito a restituire dignità ad uomini e donne vittime dell’arroganza e della mancanza di rispetto da parte della multinazionale americana. L’invio delle lettere di licenziamento durante i primi giorni di novembre si configura difatti come l’ulteriore prova di forza, che arriva proprio mentre si è in attesa della sentenza del Tribunale di Napoli, che dovrà decidere sul ricorso presentato da Fim, Fiom e Uilm sulla condotta antisindacale della Whirlpool. A dimostrazione del fatto che l’azienda, oltre a fare carta straccia degli accordi sindacali siglati con il Governo, pare non rispettare neppure la magistratura italiana.
Anche il padre di Valentina, Francesco, ha ricevuto una di quelle lettere di licenziamento e durante l’intervista televisiva ha precisato "La cosa straordinaria è proprio questa: la lettera di licenziamento a me e due giorni dopo la laurea". Aggiungendo al suo racconto una postilla particolare, ossia "Quando iniziò l'università le dissi: non metterci molto tempo, perché non so fino a quando riuscirò a pagarti gli studi". In quel momento gli loro sguardi di padre e figlia si sono incrociati in un ideale abbraccio. Le sensazioni promananti dalla loro carne viva, sacrificata sullo stesso altare della globalizzazione di cui ha trattato Valentina nella tesi, sono diventate così patrimonio comune per chi ha assistito da spettatore ad un reportage televisivo, che ha fatto sì commuovere ma anche riflettere. E' lì che sono riuscita a comprendere come la vicenda di studi della figlia si sia intersecata drammaticamente con quella lavorativa del padre.
Francesco, oramai ex operaio della Whirpool, rimasto, come gli altri lavoratori licenziati, per strada dall’oggi al domani, è pienamente cosciente di non riuscire a garantire ai propri figli un tetto sicuro e un avvenire dignitoso. In questa consapevolezza ha trovato, però, vicino a sé la figlia, che si è fatta carico di improntare la sua tesi di laurea a non ad un caso fittizio, o per così dire di scuola, bensì alla realtà. Quando, durante l’intervista, Valentina è sembrata quasi scusarsi per i toni aspri a cui era ricorsa nella stesura dell’elaborato, ho capito quanto possa essere stato difficile per lei non scrivere anche sull’onda delle emozioni che provava. Come avrebbe potuto fare diversamente, visto che la vertenza Whirpool era entrata come un uragano nella sua vita e finanche nei suoi studi. Misteriosamente inspiegabile la vita, da una parte toglie il diritto al lavoro ad un padre e dall'altra porge alla figlia la facoltà di sperare in un destino diverso dal genitore. Adelante, Valentina, essere riuscita a conseguire la laurea in un fase piuttosto dolorosa per la tua famiglia ti fa particolarmente onore e avere dedicato la tesi ai lavoratori della Whirlpool rende tuo padre particolarmente fiero di te.
Lascia un Commento