Login Registrati
UNA TERRA CHE AMIAMO

UNA TERRA CHE AMIAMO

Terremoti in Emilia / 4 - Sono crollate case, campanili, edifici. I punti di riferimento di un territorio

Trentini Sofia Lunedi, 06/08/2012 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Agosto 2012

Quando mi hanno chiesto di scrivere un articolo sul terremoto che ha colpito una parte della mia Regione, devo dire che mi sono trovata in imbarazzo: parlare di un evento che colpisce così duramente la vita di tante famiglie crea sempre uno stato di inadeguatezza, sui termini da usare, sulla discrezione da avere per i sentimenti altrui, sull’attività economica di un territorio completamente sconvolto.

Ancora più difficile parlare delle donne di questo terremoto: mogli, madri, figlie e imprenditrici agricole che vedono ogni riferimento svanire non solo per se stesse, ma per l’intera famiglia che devono sostenere.

Ho sentito benissimo la prima scossa delle ore 4.04 di domenica 20 maggio 2012: è stata spaventosa non tanto per l’intensità, ma per la durata: lunghissima - dieci / quindici secondi -, sembrava non avere una fine.

Ha devastato larghe zone del modenese e del ferrarese.

Quando si dice che vengono a sparire i punti di riferimento di un intero territorio è vero: sono crollate chiese, campanili, edifici che vigilavano attenti su ogni nostro piccolo ed inconsapevole passaggio quotidiano.

Ho dei parenti in località Camposanto (Modena) e mi è stato riferito che la chiesa nel centro del paese che ha segnato nella mia vita i momenti di incontro familiare, i matrimoni dei cugini e il funerale di mia zia ad agosto 2011, è devastata: porta tristezza!

Vi sono capannoni, magazzini utilizzati per il ricovero delle macchine agricole che sono totalmente inagibili o crollati, andando a devastare anche i mezzi che servono per l’attività agricola.

Tutti hanno visto per televisione o sui giornali le immagini dei depositi del Parmigiano Reggiano con le scalere completamente rovesciate e lo scempio del lavoro faticoso di mesi e mesi dei casari nei caseifici per produrre questa eccellenza alimentare, che il mondo ci copia tanto.

Per continuare a sopravvivere non ci si può fermare a disperarsi, ma si è dovuto subito recuperare tutto ciò che era salvabile: stanno lavorando giorno e notte nelle zone del modenese, del reggiano e del mantovano per ripristinare le celle di conservazione del formaggio e continuare nel lavoro dei campi, a governare gli animali negli allevamenti, perchè la terra trema, ti odia e ti ama, ma non aspetta, prosegue nel suo ciclo naturale delle stagioni.

Le donne e gli uomini di questa terra scura, ricca, amata lo sanno benissimo: è la loro forza!

Non erano però preparati alle nuove scosse del 29 maggio, che hanno ulteriormente peggiorato una situazione già drammatica; non erano preparati agli atti di sciacallaggio sui loro beni, non erano preparati alle azioni discutibili di personaggi lugubri che hanno cercato e che cercano di speculare economicamente sulla situazione di emergenza.

Siamo una Regione ricca, dicono tutti. Siamo gente fiera ed orgogliosa, ci dicono altri. Siamo grandi lavoratori, cerniera economica del Paese Italia, eccellenza mondiale, ci ripetono.

Noi rispondiamo che lo sappiamo, ma questo non ci basta!

Non vorremmo mai che questi discorsi fossero alibi per altri per evitare le responsabilità, l’impegno di solidarietà nazionale per quello che è avvenuto, non per causa umana ma come evento eccezionale, che necessita interventi straordinari.

Si potrebbero scrivere tante altre cose, ma per pudore non mi sento di dire altro se non che dopo il passaggio di questo terremoto sono crollati edifici, si è aperta la terra a metà con una lunga ferita visibile da tutti, ma ciò che rimane intatta è l’identità della nostra terra produttiva, che produce frutti sotto la maestria professionale degli agricoltori e agricoltrici, che ci sorride nella gradazione dei verdi delle diverse colture che brillano all’orizzonte alla luce del sole, nei gialli del grano maturo, nei rossi delle ciliegie, delle pesche, sotto un cielo azzurro che accompagna le nostre giornate nei campi.

* Presidente Donne in Campo (CIA) Emilia Romagna



DIDA x le foto 1 2: Foto gentilmente concesse da Claudio Ferri, Direttore AGRIMPRESA















Lascia un Commento

©2019 - NoiDonne - Iscrizione ROC n.33421 del 23 /09/ 2019 - P.IVA 00878931005
Privacy Policy - Cookie Policy | Creazione Siti Internet WebDimension®