Décor sonore - un concerto che riesce a “trasformare anche la solennità severa e silenziosa di un monumento sabaudo come il Castello di Rivoli in un immenso, strabiliante strumento musicale”
Mirella Caveggia Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Luglio 2008
Ogni forma, ogni materiale e ogni luogo sono colmi di suoni, che nell’istante in cui si rivelano si possono carpire, organizzare e comporsi in un concerto, fino a trasformare anche la solennità severa e silenziosa di un monumento sabaudo come il Castello di Rivoli in un immenso, strabiliante strumento musicale. Esaltato da una partitura globale che mai più si potrà ripetere in nessun luogo del mondo, il famoso Museo d’arte contemporanea è diventato un mosaico di suoni con un intervento del complesso francese Décor sonore, che ha lasciato con le sue sonorità singolari e la sua spettacolarità inaudita gli spettatori senza fiato.
Con questa composizione scenografica e musicale creata appositamente e non applicabile altrove, il Castello di Rivoli è stato penetrato e sviscerato da un gruppo unico al mondo di artisti, acrobati, tecnici e musicisti, impegnati fino allo spasimo nella ricerca di suoni nei luoghi più inattesi. Inserito fra le regge sabaude del festival europeo “Teatro a Corte”, l’edificio in tutto il suo complesso si è fatto protagonista vivente di un’opera d’arte senza precedenti. Nell’intreccio visivo e sonoro estratto in un trionfo di densi effetti di luci e di inquietanti suggestioni, il gesto strumentale si è trasfigurato e ha aggregato corpi, scenografia, spazio e movimento intorno all’architettura e ai suoni estratti da pietre e mura, balaustre e griglie e vetrate, colonne, marmi, vegetazione, portali, anfratti, estintori, tombini...: un turbine di tocchi, sfioramenti, percussioni, esplosioni sonore, tutte effettuate all’istante, tutte perfettamente sincronizzate. E nessun tappeto preregistrato.
La bellezza e la magia di un museo che non ha eguali in Europa e forse nel mondo ha trovato in una notte d’estate una sottolineatura e un’esaltazione che neppure le mostre di maggior richiamo avevano ancora prodotto. A detta degli spettatori presenti che l’hanno accolta con scosci di applausi, quest’opera vivente, un’architettura quanto mai innovativa di suoni e di luci, pirotecnica, poetica e tecnologica, che si svela attimo dopo attimo assolutamente irrepetibile, rimarrà per sempre legata all’altra solida architettura da cui è scaturita: quel Castello di Rivoli, che Michel Risse, ideatore di questo universo sonoro, ha chiamato “un bellissimo regalo”.
Lascia un Commento