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Una storia tutta da raccontare. Insieme.

Una storia tutta da raccontare. Insieme.

Noidonne nella Grande Guerra - La Prima Guerra Mondiale cela ancora segreti o aspetti non ben conosciuti? Uno sicuramente c’è: le donne e come hanno vissuto quel drammatico evento, che ruoli hanno avuto, quali violenze hanno subito. Noidonne nella Gran

Castelli Alida Domenica, 31/08/2014 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Settembre 2014

Il 28 luglio 1914 inizia la Prima Guerra Mondiale. Gli storici sembrano concordare tra loro, affermando che sulle cause e sugli eventi si è detto tutto e si conosce tutto. Sarà, ma anche in occasione della prima manifestazione per la commemorazione del centenario - tenutasi il 6 luglio scorso al Sacrario di Redipuglia con l’esecuzione del Requiem di Giuseppe Verdi diretto dal Maestro Riccardo Muti - ho pensato che non fosse poi così vero che si sa tutto.

E il Sacrario di Redipuglia può offrire, a chi vuol vedere, un’indicazione che qualcosa è sfuggito: lì sono sepolti 100mila soldati - che rappresentano gli oltre 600mila caduti - ed una sola donna, la crocerossina Margherita Kaiser Parodi Orlando, morta a 21 anni di vaiolo. E a dire il vero a guerra finita (http://it.wikipedia.org/wiki/Margherita_Orlando).

Come dicono gli storici, fu una guerra che per prima forse, in vaste dimensioni ed in epoca moderna, coinvolse la popolazione civile in maniera massiccia. Considerazione, questa, che per lo sguardo ‘tradizionale comprende il tutto non rendendo necessario declinarlo o ulteriormente studiarlo. Ma le donne hanno imparato da tempo che dove si utilizza il neutro e le forme generiche si nascondono i corpi, il genere, le età. Popolazione civile significa infatti donne, bambini, anziani; soggetti che se non si citano rimangono nascosti da un velo di indifferenziato oblio.

Quante sono le donne, i bambini e gli anziani che hanno perso la vita nella Prima Guerra Mondiale o a causa soprattutto della Prima Guerra Mondiale? Questo forse gli storici non lo sanno o non ce lo hanno voluto far sapere...

Naturalmente il prezzo pagato in vite umane non fu il solo, ma sicuramente fu molto alto. Le differenze territoriali legate ai luoghi dove si svolse la guerra, in particolare il nord-est del nostro Paese, sono rilevanti. Pochi parlano delle donne deportate in Ungheria o in Moravia dalle zone che, nell’entrata in guerra, l’Austria preferì allontanare dal possibile fronte per evitare connivenze con l’esercito italiano, trattandosi di donne, bambini ed anziani spesso di madrelingua italiana. Gli uomini vennero mandati sui fronti orientali - Russia, Ungheria ecc - e gli altri deportati. Si parla, per il fronte trentino, di circa 20mila persone. Così, nei primi anni di guerra, dalle zone diventate italiane si deportarono in Italia le donne considerate “austriacanti” solo perché magari avevano ricevuto una lettera dal marito soldato sul fronte avversario.

Penso quindi, che le commemorazioni della Prima Guerra Mondiale dovrebbe diventare anche una occasione per ridare un po’ di luce a tutte quelle persone che la storia e gli storici hanno dimenticato.

Come fare? Che fare? Voglio essere autobiografica. Quando i miei due bisnonni tornarono dal fronte - uno dalla Russia e uno dall’Ungheria - trovarono che le mie due bisnonne era morte, una a seguito della deportazione in Moravia, la seconda di tifo. Della bisnonna morta in Moravia ho avuto in dono da mia nonna una lettera che le indirizzava sua madre pochi giorni prima di morire e che rappresenta un documento prezioso e terribile. Partendo da questa circostanza familiare, ho pensato che probabilmente non sono l’unica (nonostante i percorsi di vita ed i traslochi) a conservare tra gli oggetti cari e tra le memorie di famiglia qualche documento. Da qui l’idea e la proposta a NOIDONNE: perché non chiedere a tutte le lettrici e a tutti i lettori di NOIDONNE di inviarci copia di quei documenti, ma anche testimonianze, racconti, diari. Potremmo - tutte e tutti insieme - comporre e raccontare un’altra storia legata alla Grande Guerra. I materiali che ci invierete potranno diventare una pubblicazione di cui proporremo l’acquisizione all’Archivio Diaristico Nazionale di Città della Pieve. (www.archiviodiari.org). Attraverso le pagine del mensile NOIDONNE e attraverso il sito www.noidonne.org vi terremo aggiornati. Sarà un bel modo di conoscere e valorizzare pezzi della storia del nostro Paese, uno spazio pubblico in cui le donne abbiano finalmente luce. A questo progetto abbiamo dedicato una apposita mail: noidonnegrandeguerra@gmail.com dove potete spedirci i materiali o attraverso cui dialogare. Altra modalità è il fax (06-49380303) o la posta ordinaria, questo l’indirizzo: NOIDONNE – Via della Lungara, 19 – 00165 Roma.

 

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