Cgil - Un libro ripercorre le storie, le conquiste e le riflessioni delle donne del sindacato nel Lazio. Cinquecento pagine molto utili ad ‘uscire dall’ombra’ e a ripensare il cammino compiuto
Castelli Alida Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Dicembre 2007
E’ stato recentemente pubblicato “Fuori dall’ombra. La vita, l’autorevolezza, le conquiste delle donne della CGIL di Roma e del Lazio (1946-2006)” ed Ediesse, a cura di Annamaria Cubeddu e Barbara Piccininni. Un poderoso volume (quasi 500 pagine) in cui le donne della CGIL, in particolare la Cubeddu, responsabile del coordinamento donne di Roma e del Lazio, hanno voluto aprire uno squarcio, uscire “fuori dall’ombra” offrendo riflessioni, spunti, ma anche molte esperienze e storie di vita che si intrecciano con la storia delle donne del nostro Paese e della Regione.
Il volume offre quindi tante chiavi di lettura, tanti modi di leggerlo. E’ una faticosa ricerca della propria storia di donne nel sindacato, dai primi passi alla fine della seconda guerra mondiale fino ai nostri giorni, con le tante potenzialità e le tante contraddizioni. Ma è anche una interessante “rilettura” della storia delle conquiste delle italiane che ha visto le donne della CGIL protagoniste di tante battaglie legislative che hanno prodotto l’attuale patrimonio di leggi a tutela e per le pari opportunità nel lavoro tra uomini e donne.
Dalle prime lotte per la parità salariale tra uomini e donne, lotte che nascondono spesso la difficoltà di trovare un sindacato capace di inserire nella lotta di classe ‘la dimensione di genere’ come diremmo oggi. Lotte che negli anni cinquanta si situano in un panorama in cui il lavoro delle donne viene considerato un lusso, un capriccio quando la Confindustria dichiarava che “era necessario liberarsi della piaga delle contestazioni delle lavoratrici” e De Gasperi affermava che “le donne andavano a lavorare per comprarsi le calze”. E anche la CGIL, nella battaglia per eliminare le differenze salariali tra uomini e donne pensava in ultima analisi che era una lotta giusta perché metteva fine ad una concorrenza “sleale” nel mercato del lavoro. Per passare alle lotte per la tutela della maternità. O ancora, la storia di come soprattutto le donne hanno veicolato nel sindacato la questione della regolamentazione dell’aborto, storia emblematica, ancora una volta della difficoltà di accettare un “nuovo” soggetto che è in sintesi la difficoltà di includere la differenza di genere all'interno della lotta di classe. E tale percorso è illustrato anche dalle tante testimonianza delle donne protagoniste di quegli anni, e non è senza emozioni, che chi come me ha avuto l’opportunità, anche la fortuna, di conoscerne alcune le riscopre sotto una veste più ricca, piena di aneddoti interessanti con una “semplicità” piena di forza e di talento.
Anche dalle testimonianze si ripercorre, ancora, la lunga storia della rappresentanza femminile nelle file del sindacato: dalle prime commissioni femminili, intese quasi come “incubatrici” in cui le donne potevano imparare a fare politica sindacale, ma per le donne invece veri strumenti di lotta, agli uffici per le lavoratrici passaggio per “sindacalizzare” la presenza delle donne nel sindacato. Del resto la situazione era caratterizzata da una concezione che da un lato vedeva la difficoltà e anche l’autoesclusione delle donne dal protagonismo sindacale, “le lavoratrici erano estranee al sindacato e alla determinazione della politica sindacale” ma il rovescio di tale medaglia era rappresentata dalla diffidenza più o meno velata dei dirigenti di accettarne il protagonismo: le donne erano la maggioranza tra i braccianti del Lazio ma i dirigenti sono stati tutti uomini per molti anni.
Una storia esemplare quella della rappresentanza delle donne nella CGIL, (che molto potrebbe insegnare oggi in cui questo problema sta diventando non solo un emergenza democratica per il nostro Paese ma un vero e proprio “scandalo”) basti scorrere le parti dove si esaminano la nascita dei nuovi coordinamenti delle donne o le pagine molto documentate della crescita della rappresentanza femminile fino ad oggi.
Il volume offre anche un interessante spaccato del rapporto, faticoso, mai lineare, ma sempre interessante dell’incontro delle sindacaliste, del sindacato con il femminismo. Incontro che avviene proprio negli anni in cui “le donne riflettono sull’individuo sulle condizioni di lavoro sul privato persino sulla sessualità e il sindacato nel suo insieme tendeva ad un progressivo allontanamento della dimensione individuale per andare a toccare scelte d’investimento economico, di programmazione…”
Una storia lunga sessant’anni, che ha molto da dire per l’oggi, molto per il domani. O per dire come ci sollecita la sua curatrice Annamaria Cubeddu illustrando le ragioni di questo libro: “Abbiamo lanciato centinaia di sassi nello stagno mentre aspettiamo… Storie di donne, forse poche, sicuramente tante, troppo nascoste nelle pieghe di questi 60anni di storia della CGIL di Roma e Lazio. Volti, nomi, pensieri, passioni, emozioni, lotte sacrificati da un linguaggio neutro che vanta principi generali articolati, più complessi,più importanti, più…maschi!
Autorevolezza di donne, che parlavano di donne ad altre donne e agli uomini! Lealtà, stima, responsabilità riconoscenza, tenacia, affetti di donne che non si sono arrese! Conflitti orgogliosamente agiti nel rispetto di sé e delle proprie idee! Ognuna di loro in Fuori dall’ombra è un filo della nostra storia, ne abbiamo riannodati alcuni, quelli che alzando il velo abbiamo trovato in superficie, ma molte altre sono lì…ci aspettano, ci osservano, ne siamo sicure.
Saremmo noi e voi donne del 2000 capaci di eguagliarle? Dobbiamo riavvolgere il grande gomitolo,
una tela aspetta strategicamente di essere tessuta. E’ fatta di mille colori, sfumature belle, intense, pulite, luminose.…un immenso e sfavillante arcobaleno sta nascendo fuori dall’ombra, per illuminare dove arriverà l’ultima onda.
Lascia un Commento