La funzione celebrativa della nuova statua della Spigolatrice di Sapri doveva essere rispettosa della correlata figura, descritta dalla poesia risorgimentale
Martedi, 05/10/2021 - Come componenti del comitato Se non ora quando-Vallo di Diano siamo profondamente sgomente ed indignate di fronte alla nuova statua della Spigolatrice di Sapri. Le ragioni della nostra costernazione si riferiscono alla circostanza che la rappresentazione della protagonista della poesia di Luigi Mercantini, datata 1857, appare totalmente fuori luogo. Ben lungi dal raffigurare una giovane contadina nelle sembianze proprie dell'epoca storica di riferimento, lo scultore che ne è l’autore, ossia Emanuele Stifano, ci sembra travisare completamente il ruolo sociale della spigolatrice, nonché quello attribuitole dal poeta.
Difatti, abbigliata di una veste così leggera da costituire quasi un velo aderente alle fattezze corporee, la statua denega la realtà caratterizzante il lavoro tipico di una spigolatrice. Raccogliere i residui della mietitura comportava necessariamente indossare abiti pesanti, visto il pericolo di sanguinamenti causati dalle caratteristiche del prodotto da spigolare. Atteggiata, invece, l’attuale protagonista dell’opera scultorea a starlet decorata da alcune spighe, fungenti da vere e proprie foglie di fico a mo’ di richiamo al particolare lavoro agreste, la statua sembra ai nostri occhi rifuggire completamente dalla descrizione poetica della spigolatrice fatta da Luigi Mercantini.
La contadina, infatti, assistette allo sbarco dei trecento patrioti capeggiati da Carlo Pisacane, ne seguì il percorso mossa da un moto spontaneo dell’anima ed assistette di lontano alla loro strage da parte delle truppe borboniche.
Cosa nella nuova statua traspaia della storia umana e della condizione di spirito della protagonista, così come delineata dalle parole del poeta risorgimentale, invece non si sa. Chiara Savettieri, una storica dell’arte, sostiene che lo scultore non abbia centrato il soggetto di riferimento del proprio lavoro. “La Spigolatrice è una donna umile e coraggiosa, che sposa la causa antiborbonica e che sfida anche la consuetudine per cui gli uomini combattono e le donne stanno a casa…… e invece vediamo una pin up simile a quelle di certe trasmissioni TV”.
Se la statua fosse stata commissionata solo da privati, una così palese storpiatura rispetto all’ottocentesca spigolatrice l’avremmo potuta anche accettare. Ma, visto che l’opera, peraltro posta sul suolo pubblico, è stata pagata anche attingendo a finanziamenti pubblici, la sua funzione celebrativa doveva essere rispettosa della figura storica di riferimento, pur tutelando la libertà artistica del suo autore. Lo scultore avrebbe dovuto, quindi, rendere il soggetto rappresentato riconoscibile anche a chi, ad esempio, non conosceva la poesia. Cosa che, a nostro parere, non è avvenuto, travisando completamente il contesto culturale proprio della Spigolatrice di Sapri.
Ma allo sgomento, provato a visionare la nuova statua, si aggiunge l’indignazione, perché “mettere ben in evidenza delle forme femminili secondo il canone (o meglio presunto tale) attuale - seni, cosce e sedere estremamente sodi stile fitness - e non certo secondo il gusto ottocentesco” (op. cit), non fa che ricalcare i più beceri stereotipi sessisti. Riteniamo che un’operazione del genere, ossia la versione sexy della spigolatrice, non debba essere avallata dalle istituzioni pubbliche cofinanziatrici dell’opera, quali il Parco Nazionale del Cilento e del Vallo di Diano ed Alburni, nonché il Comune di Sapri.
Nell’immediatezza delle proteste sulla nuova spigolatrice, rimbalzate finanche su giornali stranieri, il suo sindaco, Antonio Gentile, ha tenuto a precisare che la propria comunità “è da sempre impegnata contro tutte le violenze di genere”.
Ebbene, sarebbe il caso che sappia il primo cittadino di Sapri che anche raffigurare con scultura una donna in quel modo è violenza di genere, perché così si perpetra un’immagine femminile sessualizzata. E’ pur vero che la spigolatrice della poesia di Luigi Mercantini è un personaggio di fantasia, ma la sua storia è diversa da quella di una donna con i glutei al vento. Indubbiamente era nelle piene facoltà del Sindaco Gentile e della sua amministrazione comunale predisporre una siffatta statua per la cittadina capofila del golfo di Policastro, ma senza alcun riferimento alla spigolatrice di risorgimentale memoria. Violentarne il ruolo e la narrazione poetica è, a nostro modo di vedere, quel che è accaduto, senza se e senza ma.
La presidente
Rosy Pepe
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