Venerdi, 20/05/2011 - Gentile Onorevole De Magistris,
da donna ho ascoltato quanto Lei ha voluto comunicare alla città ed ai tantissimi che l’hanno votata e ai tanti di più che avrebbero voluto votarla. Lei si propone come sindaco della mia città, e mi rivolgo a lei solo, per alcuni motivi che le sintetizzerò in due righe.
Faccio parte di un’associazione apartitica, ma fortemente connotata politicamente. Le lotte che ho ed abbiamo portato avanti e che perseveriamo a portare avanti, sono: contro il perverso ciclo consumo-rifiuti, contro le violenze sessuate, contro la riduzione dei servizi sociali. Queste lotte mi hanno portata e ci hanno portate a chiedere le dimissioni del governo nazionale in carica.
Scrivo quindi a lei che si dichiara e si muove dicendo di voler fare come noi: senza fare i conti con l’apparato e senza sconti a nessuno.
So bene che le parole, nella politica nostrana, sono spesso lontane dai fatti, ma la mia pratica è quella di prendere in parola. Come ho preso in parola il governo, e per questo l'ho avversato: l’ho avversato perché mi ha detto chiaramente che le donne sono nell’harem del capo, e perchè praticamente ho visto gli effetti di un simile anacronismo, che si traducono nel voler rimandare le donne ad una presenza di contorno.
Posizione, quella di contorno, che non si confà a tutte quelle che credono nelle stesse cose per cui lotto.
Le poche cose, poche ma uniche in Italia, buone fatte dalla ultima giunta Jervolino ( le uniche che spero rimarranno nell’agenda del prossimo sindaco) sono state letteralmente scritte da noi donne di buona volontà che non abbiamo mai lasciato perdere: Napoli ha una delibera all’avanguardia (speriamo che venga davvero messa in pratica) che impedisce l’affissione di immagini pubblicitarie che sfruttano il corpo delle donne e dei bambini e che invitano alla violenza. Napoli ha fatto il primo protocollo interistituzionale per la lotta allo stupro e al femminicidio. Napoli è la sede della lotta alla logica mondiale del buttare i rifiuti addosso ai poveri. Le donne sono protagoniste in questa città, contendendo il protagonismo alle mafie. Forse anche per questo ci nascondono. Ci nascondono, ma lei ha l’onore di averne qualcuna di noi che generosamente la sostiene (e naturalmente non parlo di me), dopo le tante mortificazioni di questi anni.
Potrei dirle molte altre cose, e non lo faccio perché la sfido a scoprirle.
Infatti le scrivo per lanciarle una sfida, diversamente non lo avrei fatto!
E come vede non le parlo di pari opportunità, perché lei è sicuramente dalla parte della legge, e la legge le dice cosa deve fare in materia di rappresentanza, in materia di salvaguardia dei diritti personali e politici. Lei sa infatti che le donne possono ancora essere schiave. Lei sa infatti che le donne possono essere madri o no. Lei sa infatti che le donne possono essere ricattate a causa dell’inoccupazione, Lei sa infatti che donne posso essere sia etero che omosessuali e che ugualmente hanno diritto di camminare, lavorare, divertirsi.
La legge le dice cosa fare e, in materia di rappresentanza, sa che una giunta può essere impugnata se non rispetta la composizione per generi.
La mia sfida non è su ciò che già sa ma è su quelle soluzioni proposte dalle donne che semplificano la lotta all’inciviltà.
Le auguro di poter raccogliere la mia sfida, perché potrà farlo solo da sindaco.
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