Istruzione e riforme - Dopo anni di riforme unilaterali la scuola italiana è in rovina, con responsabilità equamente suddivise tra tutti i governi degli ultimi anni. Gli studenti ora sembrano essersi svegliati...
Angelucci Nadia Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Ottobre 2008
Il sistema dell’istruzione italiano va riformato. Su questo non ci sono dubbi. Ma proprio perché si tratta di un riordino di sistema non è possibile che ogni nuovo Ministro dell’Istruzione che si insedi nel nostro paese attui una Riforma; soprattutto è incredibile che lo faccia in perfetta solitudine senza avere quantomeno la sensibilità, parlare di senso dello Stato come collettività sembra aver perso significato in Italia, di consultare tutti gli attori che agiscono in quel contesto. L’utilizzo dello strumento del decreto legge e della fiducia non fanno che confermare la visione aziendalistica dell’attuale Governo. Ma tutto questo non è più novità. La novità, invece, è che i ragazzi e le ragazze, “malgrado il lavaggio del cervello delle televisioni”, come ha detto una ragazza intervistata in piazza, non ci stanno.
L’Onda anomala è il nome che hanno dato al loro movimento. E di anomalie con i precedenti movimenti studenteschi ce ne sono alcune. Prima di tutto è saltato completamente il paradigma dello scontro generazionale; questi studenti cercano i professori, chiedono il loro aiuto, hanno bisogno di sostegno e di un confronto con il mondo del adulti. Una ricercatrice di filosofia dell’Università Roma Tre racconta stupita che i suoi studenti la cercano e le chiedono di partecipare insieme a cortei, assemblee; domandano come sia meglio impostare una rassegna stampa. Non c’è sfiducia nel mondo degli adulti, anche se ce ne sarebbe motivo.
La seconda anomalia risiede nel loro stesso nome: onda. Scelto in rete con un serrato tam tam tra i vari siti e blog, rimanda all’idea del ‘navigare’, nel web appunto, ma anche nel mondo. Il termine rimanda al concetto di movimento, da sempre al centro delle proteste studentesche, ma non solo come maniera di muoversi nella società, e nel web, ma, da perfetti mutanti, o barbari come direbbe Baricco, come strumento di conoscenza; l’esperienza e la conoscenza come movimento attraverso differenti punti della realtà. Da questo consegue la terza anomalia. Il tipo di protesta messo in atto che si muove attraverso differenti modalità: occupazione, lezioni tematiche, lezioni in piazza, cortei, mobilitazione sul web. E la consapevolezza di esserci, di esistere in quanto in grado di creare spazi (punti sul territorio) di esperienza.
In comune con il passato c’è la rabbia. Carla, una studentessa fuori sede mi ha detto: “per me è così difficile studiare; sono costretta a lavorare, tra l’altro facendo la ragazza immagine perché qui a Roma non si trova altro; studio filosofia, vengo da una famiglia in cui ho dovuto lottare per fare quello che desidero; insomma sto facendo l’Università a pugni stretti e questi tagliano i fondi, che andranno ad incidere sulla didattica, sull’aumento delle tasse, sul sostegno abitativo ai fuori sede. Che futuro avrò?”. All’intervistatrice non resta che dire “In bocca al lupo”.
IN PUNTI
Maestro Unico
Classi differenziate
Voto in condotta
Diminuzione del monte ore per scuole elementari e medie inferiori
Tagli ai fondi universitari pari a 1,5 miliardi di euro in 5 anni
Blocco del turn over al 10% per il 2009 (cioè una sola assunzione ogni 10 pensionamenti), al 20% per il 2010/2011 e al 50% nel 2012
Precariato dei ricercatori e del personale tecnico amministrativo: 50 000 persone a cui non verrà rinnovato il contratto
Possibilità per le Università di tramutarsi in Fondazioni di Diritto privato
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