Redazione Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Febbraio 2007
Dopo l’edizione di Angeliche colline e di Lavorare per vivere, pubblicati da Guerini & Associati nel 2003, l’attività del Comitato Scientifico del Fondo Emilia Salvioni presieduto da Antonia Arslan è proseguita con la ristampa del romanzo Carlotta Varzi S. A., edito da Canova a cura di Carlo Caporossi.
Carlotta Varzi S.A. (1947) è un’opera in cui la Salvioni compie una lucida e impietosa indagine della condizione femminile nell’epoca di importanti mutamenti sociali porteranno di lì a poco il nostro Paese alla trasformazione da una società rurale verso una società industriale. È un romanzo che, inoltre, inaugura nella letteratura italiana la figura della donna imprenditrice, in questo caso la dirigente di un’industria alimentare sviluppatasi da una precedente attività artigianale, con tutte le contraddizioni e le difficoltà di un contesto politico e sociale non ancora preparato a recepirla.
Carlotta, protagonista di un complesso percorso di emancipazione, incarna il dramma della lotta delle donne fra tradizione e modernità, e riesce ad ottenere un grande successo imprenditoriale, a gestirlo con severa costanza, ma finisce condannata a vivere “un’esistenza senza poesia”. Tenace, sofferta e combattuta, Carlotta difende fino in fondo la libertà del suo spirito e della sua iniziativa, diventando così l’antesignana di tutte quelle donne che, molto dopo e ancora con tanta fatica, riusciranno a conquistare uno spazio di importante e consapevole autonomia nel mondo del lavoro e dell’imprenditoria. Per questo infatti AIDDA - l’Associazione Italiana delle Donne Imprenditrici e Dirigenti d’Azienda - ha accolto con entusiasmo l’invito offerto dal Comune di Pieve di Soligo a collaborare alla ristampa di quest’opera, trovando nell’esperienza di Carlotta Varzi i primi difficili passi di un percorso che ha condotto alle attuali, e certo non definitive, realizzazioni professionali al femminile.
Alle ripubblicazioni dei romanzi di Emilia Salvioni si affianca da qualche anno il lavoro di riscoperta anche della figura di questa scrittrice nata nel 1895 e morta nel 1968, sempre vissuta fra Bologna e Pieve di Soligo: le sue carte private sono state donate dalle eredi al Comune veneto che ha costituito un Fondo per gli studiosi. È dunque possibile ora conoscere più da vicino questa figura particolare di donna riservata e tutta introspettiva, prima segnata da una precocissima orfanità e poi caratterizzata da una vita molto povera di eventi, consumatasi entro una geografia limitatissima. I suoi scritti però testimoniano di un’intellettuale lucida e disincantata, che seppe fare della ricerca interiore un mezzo di conoscenza del valore della vita, e che trovò nella scrittura la possibilità di aprire le complessità del suo animo, la drammaticità delle sue consapevolezze, l’ansia delle sue aspettative deluse, l’anelito ad una spiritualità sempre ricercata con travaglio e talvolta raggiunta a caro prezzo. Opere piene di una “cristiana umanità” che le fece ben raggiungere “i valori dell’arte”, come scrisse sulla sua tomba Andrea Zanzotto.
Emilia Salvioni, Carlotta Varzi S. A., Introduzione e cura di Carlo Caporossi, Treviso, Canova 2006
(15 febbraio 2007)
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