Login Registrati
Una regione che guarda al futuro perchè ha solide basi

Una regione che guarda al futuro perchè ha solide basi

Emilia Romagna - ... la programmazione 2014-2020 dei fondi strutturali e di investimento ha confermato la capacità della Regione di intercettare i fondi europei...

Marani Paola Domenica, 31/08/2014 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Settembre 2014

L’accelerazione che abbiamo impresso ai nostri lavori, in seguito alle improvvise dimissioni del presidente Vasco Errani, ha fatto sì che a fine luglio fossero approvati provvedimenti davvero importanti, in quanto hanno messo in sicurezza un sistema di investimenti, tutele e opportunità che possono dare serenità alla comunità regionale nei prossimi anni. In tutta questa legislatura, segnata dalla crisi e da calamità quale il sisma del 2012, abbiamo varato nuove norme che hanno l’ambizione di guidare i cambiamenti e non inseguirli, per garantire ora e in futuro ai cittadini i diritti al welfare e a quel sostegno necessario nei momenti di difficoltà. Ne sono esempi le leggi di promozione della cooperazione sociale, del volontariato e cittadinanza solidale; la legge quadro per la parità e contro le discriminazioni di genere e la legge sul caregiving familiare, entrambe uniche nel panorama italiano; così come la scelta di non effettuare nessun taglio alle risorse investite per la prima infanzia, quando da tre anni i fondi nazionali sono azzerati, perché tali servizi sono di importanza strategica, sia per le donne, sia per la formazione di coloro che saranno gli adulti di domani. Inoltre, se in Emilia-Romagna le organizzazioni no-profit sono il 30% in più di dieci anni fa, mentre sono calati della stessa percentuale gli enti pubblici locali improduttivi, ciò è dovuto alla centralità che abbiamo attribuito ai servizi alla persona e alla valorizzazione di tante imprese che hanno sviluppato un’economia sociale in continua crescita; al tempo stesso, a processi di accorpamento, razionalizzazione e risparmio che la Regione ha promosso, basti pensare alle unioni e fusioni di piccoli Comuni.



Tra gli ultimi atti, la programmazione 2014-2020 dei fondi strutturali e di investimento ha confermato la capacità della Regione Emilia-Romagna di intercettare i fondi europei ed essere in linea con gli indirizzi comunitari, tanto che ammontano a circa 2,5 miliardi le risorse su cui potrà contare il “sistema Emilia”. Sottolineo i 780 milioni sul Fondo sociale, per la formazione professionale e l’inclusione, ma altrettanto rilevante è lo stanziamento di oltre un miliardo sul Programma di Sviluppo Rurale, destinato alla competitività, alla compatibilità ambientale delle attività agricole, al sostegno delle produzioni biologiche, all’insediamento di imprese giovanili. Abbiamo poi approvato il taglio dell’Irpef per i redditi medio-bassi dal primo gennaio 2015 e stanziato in bilancio 80 milioni di euro aggiuntivi per sviluppo, cura del territorio e nuovi investimenti in Sanità, ricavati in gran parte da risparmi e contrasto all’evasione fiscale. Con questo assestamento finanziario abbiamo anche fissato le assegnazioni comunitarie e i cofinanziamenti statali per 68,24 milioni di euro su “Garanzia giovani”, il programma dell’Unione Europea che intende assicurare ai ragazzi e alle ragazze tra i 15 e i 29 anni, che non studiano e non lavorano, precise opportunità per acquisire nuove competenze e per entrare nel mercato del lavoro.



Riteniamo che lo sviluppo non può che essere solidale e dunque la via per uscire dalla crisi è il rafforzamento di tutta la comunità, dei diritti democratici e sociali delle donne e degli uomini che la compongono. La legge su ‘Attrattività, competitività e promozione degli investimenti in Emilia-Romagna’ prevede che qualsiasi insediamento produttivo sia accompagnato “dalla strutturazione dei servizi necessari, in ragione dell’aumento della domanda” e che la Regione promuove, con imprese del Terzo settore, progetti di welfare aziendale e comunitario per accrescere e qualificare i servizi alla persona, integrati con la rete dei servizi socio-sanitari e abitativi del territorio. La stessa “responsabilità sociale d’impresa” è indicata come “criterio di riferimento per le azioni del programma triennale delle attività produttive, della ricerca e del trasferimento tecnologico, dei programmi di formazione delle risorse umane.” Anche questo è un esempio della politica per cui abbiamo lavorato, dell’idea di comunità che consegniamo a chi verrà dopo di noi.



(Redazionale)

Lascia un Commento

©2019 - NoiDonne - Iscrizione ROC n.33421 del 23 /09/ 2019 - P.IVA 00878931005
Privacy Policy - Cookie Policy | Creazione Siti Internet WebDimension®