LA PROPOSTA REGIONALE di RIFORMA E RIQUALIFICAZIONE DEI CONSULTORI firmata Olimpia Tarzia, Isabella Rauti, Francesco Storace e altri della giunta Polverini (da quasi tutti i partiti), è una vera STRAGE di garanzie e servizi socio sanitari, già devastati dalla cd. razionalizzazione (privatizzazione).
La riforma dei consultori tutela solo “il figlio concepito”. La donna scompare nel nulla. Con lei scompaiono libertà e autodeterminazione, garanzie acquisite in decenni di lotte politiche e sociali femministe e femminili.
Quello che conta è il “valore primario della famiglia”, “fondata sul matrimonio”. “al servizio della vita”. I consultori devono erogare servizi a “sostegno del compito generativo” della coppia regolarmente sposata (in chiesa?).
AUTONOMIA E LIBERA SCELTA FEMMINILE NELLA SESSUALITÀ E NELLA PROCREAZIONE NON CI SONO PIÙ.
Per coprire la carenza di personale nell’organico, questi “nuovi” consultori potranno essere gestiti dall’associazionismo familiare e dal volontariato, collaborare “con gli oratori“; esser dati in concessione a terzi (fondazioni o società), anche a fini di lucro. È privatizzazione totale!. Ruolo importante avrà l’autorità giudiziaria, con un nugolo di figure professionali (esperto in bioetica?) che si occuperanno di genetica e antropologia della persona.
Il Movimento per la Vita potrà avere l’accredito per la gestione del consultorio!
Nella riforma l’attacco alla 194 è chiarissimo: l’embrione diventa il “figlio concepito” in totale contrasto con la legge di IVG; i medici obiettori verranno ancor più lasciati a governare indisturbati i reparti di ginecologia e ostetricia (sono già quasi il 90%); le (poche) risorse economiche tutte finalizzate alla coppia e alla famiglia.
Accedere alla IVG diventa un percorso ancor più faticoso, con l’obbligo di procedimenti contorti e scoraggianti di “consulenza”. Alla donna viene ricordato in continuazione il suo “dovere morale” di collaborare (a che cosa??).
L’articolo 29 della cd. Riforma infine abroga la legge regionale 15/76 che prevedeva, all’art.8, la presenza dell’ASSEMBLEA DELLE DONNE DEL CONSULTORIO con funzione consultiva, partecipativa, decisionale, di controllo.
Aumentano le difficoltà per le utenti: ospedali in cui non si può praticare la IVG perché l’obiezione di coscienza e totale tra medici e personale (Velletri, per esempio); la pillola del giorno dopo spacciata per abortiva; la RU486 (in tutta Europa e nel mondo presa a casa o in day-hospital) ancora negata nella Regione e resa impossibile per l’obbligo dei tre giorni di ricovero, in ospedali senza posti letto disponibili; chiusura, compressione dei servizi, tempi lunghissimi di visite a analisi per lasciare spazio al privato e all’intra-moenia.
GIOVEDI 15 LUGLIO dalle ore 16
ASSEMBLEA c/o DIREZIONE GENERALE ASL RM H – BORGO GARIBALDI - ALBANO
ASSEMBLEA DELLE DONNE DEI CONSULTORI ASL RMH
Sono invitati a partecipare utenti, medici e operatrici/ori
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