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Una poesia dedicata al 25 aprile, la LIBERAZIONE, 75 anni dopo di M.Cristina NASCOSI SANDRI

Una poesia dedicata al 25 aprile, la LIBERAZIONE, 75 anni dopo di M.Cristina NASCOSI SANDRI

...un pensiero, un ricordo, una riflessione... Quante donne han fatto ciò che han fatto gli uomini, se non di più. Sembrava davvero l’inizio di un mondo nuovo… Giuliana Tomba, partigiana di 17 an

Giovedi, 23/04/2020 - A seguire, una poesia di cui è autrice chi scrive, in lingua dialettale ferrarese (non a caso, la lingua-madre, per eccellenza) ed italiana, per ‘non dimenticare di ricordare’ una data fondante per tutti, non solo Italiane ed Italiani: l’imminente 75° della Liberazione, un traguardo raggiunto grazie a uomini e donne (quante donne fecero molto di più degli uomini, ‘silenziosamente’) che si sacrificaron per garantire i diritti di vita e di democrazia di cui oggi possiam godere e che abbiamo la tendenza – infantile e semplicistica leggerezza - di considerare come qualcosa di scontato, che ci spetti ‘naturalmente’.

Niente affatto!

E proprio in omaggio a quelle persone la si propone, con un certain regard al femminile, ispirata, nel tempo, da due film molto belli, ognuno a proprio modo, coinvolgenti ed inerenti al...tema: Tornare per rivivere di Claude Lelouch (Partir revenir) del 1985 ed Arrivederci, ragazzi (Au revoir, les enfants), di Louis Malle del 1987, lo stesso anno in cui, peraltro, la delicata pellicola aveva giustamente meritato il Leone d’Oro alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia.


Auschwitz, mai più...

A són turnàda.
Sì, a són stada bòna
ad turnàr
e’d védar
la nostra bèla cà,
al zardìn,
l’àrbul,
al pózz.
Am paréva’d séntir
i vèrss di putìn
ch’invlàva al curtìl
e la vós ad tò màdar,
ch’la ciamàva par zzéna.
A són turnàda,
ma sénzza’d ti.
Su cal tréno-merci
t’an à resistì
a la fam,
al frédd,
a la séd,
cóm tant’àltar.
Ti è vanzzà là,
con tant’àltar.
Sì, mi a són turnàda,
ma al mié cuor,
tutt al mié èssar,
i è vanzzà
là,
con ti...

Son tornata.
Sì, ce l’ho fatta,
a ritornare
e rivedere
la nostra bella casa,
il giardino,
l’albero,
il pozzo.
Mi pareva di sentire
le urla dei bimbi
riempire il cortile
e la voce di tua madre,
all’ora di cena.

Son tornata,
ma senza te.

Su quel treno-merci
non hai resistito
alla fame,
al freddo,
alla sete,
come tanti altri.
Sei rimasto là,
con tanti altri.
Sì,
son tornata,
ma il mio cuore,
tutto il mio essere,
son rimasti

con te.

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