Solidarietà internazionale - La Provincia di Reggio Emilia collabora con la Fondazione Rita Levi-Montalcini Onlus
Redazione Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Febbraio 2008
Continua la stretta collaborazione tra la Provincia di Reggio Emilia e la Fondazione Rita Levi-Montalcini Onlus, che opera per favorire l’orientamento allo studio e al lavoro delle donne africane, attraverso l’erogazione di borse di studio in diversi Paesi del continente.
A favore della Fondazione, la Provincia di Reggio Emilia ha già promosso diverse iniziative e, sostenendone l’operato, ha periodicamente cercato il modo per impiegare al meglio i risparmi di ogni anno.
Lo scorso settembre, a Roma, la presidente della Provincia Sonia Masini è stata l'unica rappresentante di un ente locale chiamata ad intervenire alla conferenza sul tema "L'istruzione: chiave dello sviluppo", tenutasi all'Auditorium Parco della musica di Roma, proprio su iniziativa della Fondazione istituita nel 1992 da Rita Levi Montalcini insieme alla sorella Paola.
Anche in virtù di questo stretto rapporto con la presidente Masini, il Premio Nobel è stata più volte a Reggio Emilia e lo scorso 15 dicembre è arrivata di nuovo in città per sviluppare un resoconto delle attività della propria Fondazione e per ribadire e promuovere i valori che la guidano: la solidarietà internazionale e la difesa del diritto all’istruzione e all’emancipazione per tutti.
"Confido nella presenza dei tanti reggiani che si occupano di cooperazione, di volontariato, della difesa dei diritti delle donne, e di tutti coloro che condividono l’idea che ‘il battito delle ali di una farfalla nella foresta dell’Amazzonia può provocare, anche a distanza di tempo, un uragano al lato opposto del globo’ - spiega la presidente Sonia Masini – E’ nostro dovere intervenire verso chi è in condizione di svantaggio, rifiutandoci però di esprimere una solidarietà di tipo pietistico, ma. attivandoci in posizione di assoluta parità affinché ognuno possa esercitare i propri diritti senza aspettarsi o chiedere qualcosa per favore”.
“L'esperienza di Reggio Emilia, come di altre realtà europee – aggiunge la Presidente Masini – dimostra proprio che dove le donne hanno ottenuto maggiori diritti hanno promosso una società più evoluta e giusta per tutti. Anche per questo, investire e impegnarsi a favore della crescita delle donne africane è fondamentale perché costituisce la chiave di volta per eliminare quel divario sociale, culturale ed economico che purtroppo ancora oggi pesa su alcune aree".
All’arrivo della professoressa, tanta emozione e forse un po’ di imbarazzo, di fronte la straordinarietà della sua persona, della sua umanità, del suo sapere. Attraverso le sue parole, sempre toccanti, ha delineato il senso del suo impegno per le donne dell’Africa.
“Perché proprio le donne africane? Sappiamo delle condizioni disastrose del continente – esordisce la Professoressa – ma non possiamo nasconderne il grandissimo potenziale, malgrado quanto subito a causa dell’ignominia dello schiavismo e del saccheggio della ricchezza da parte delle potenze coloniali, che hanno inoltre fomentato guerre e lotte intestine”.
“Tutti noi conosciamo gli Obiettivi del Millennio, in cui viene data particolare attenzione alla situazione delle donne – prosegue il premio Nobel – Prendendo l’istruzione come punto di partenza e di arrivo per le proprie attività, la Fondazione ha dato il massimo per il secondo obiettivo, volto ad assicurare l’istruzione primaria a tutti i bambini e le bambine. Dal 2.000 ad oggi sono state attribuite ben 1.000 borse di studio, questo grazie a numerosi contributi, tra cui quello della Provincia di Reggio Emilia e di altre istituzioni e imprese ed in collaborazione con numerose associazioni, religiose e laiche. L’attività della Fondazione è iniziata dall’Eritrea, sulla scia delle relazioni già esistenti con il nostro paese, per poi passare all’Etiopia ed altre regioni”.
“Siamo fortemente convinti che il sapere e la conoscenza siano il fondamento della vita umana. Ogni donna significa un aiuto immenso, poiché qualsiasi tipo di sostegno non è rivolto solo a lei, ma anche alla sua famiglia ed ai suoi figli. Vediamo infatti come, aumentando il livello di istruzione della madre, cali la mortalità infantile, grazie all’accresciuta sensibilità alle questioni igieniche ed ai problemi sociali. Le donne analfabete subiscono terribili umiliazioni, ma aumentando la loro conoscenza, e quindi la loro coscienza, esse imparano a far valere i propri diritti”.
E così conclude Rita Levi Montalcini: “Se siamo pronti a riconoscere, come mai è stato fatto in passato, che i bambini e le bambine di ogni angolo del mondo sono dotati di una intelligenza straordinaria e se daremo ai giovani e alle donne il diritto e la possibilità di utilizzare appieno il proprio cervello e le proprie potenzialità, non solo il continente africano diventerà ben diverso da quello che è stato per anni, ma serviremo l’intero pianeta”.
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