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Una moderna cultura del lavoro

Una moderna cultura del lavoro

Classi dirigenti / 4 - Merito, professionalità e responsabilità sociale, per una crescita inclusiva e sostenibile. Marcella Mallen di Manageritalia

Marina Caleffi Domenica, 01/09/2013 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Settembre 2013

“Oggi il problema non sembra più tanto quello di aiutare le donne, attraverso iniziative ad hoc, ad accedere alle stesse opportunità che hanno gli uomini in azienda, quanto quello di facilitare l’equilibrio tra vita lavorativa e vita privata per gli uomini e le donne. Come? Attraverso, per esempio, una nuova cultura del tempo, che aiuti a fluidificare il tempo di lavoro, oltre che organizzare i servizi di sostegno necessari”. Così Marcella Mallen, Presidente di Manageritalia Roma, in avvio dell’incontro di NOIDONNE con il mondo dell’impresa per questo Focus sulle Classi Dirigenti.



Quali caratteristiche dovrà avere la classe dirigente incaricata di guadarci fuori dall’impasse attuale? Come si crea e valorizza capitale umano in regime di grande mobilità?

Siamo ancora vivendo nel pieno di una crisi che ha contribuito a formare una società in cui le disuguaglianze tra età, generi e territori sono aumentate, la ricchezza e la povertà sono cresciute assieme, così come la protezione e l’insicurezza. Sono convinta che per far ripartire i motori dell’economia e della società servano quegli investimenti “intangibili”, che mirano ad aumentare la qualità nelle reti di relazioni con l’esterno delle aziende e puntano in particolar modo sulle conoscenze e le abilità delle persone. Insomma, non si potrà recuperare competitività senza cultura manageriale e d’impresa, processi gestionali efficaci, modelli sociali e organizzativi innovativi, sistemi e tecnologie dell’informazione, strategie e modelli di leadership.



Uomini e donne hanno il diritto/dovere di poter conciliare carriera e famiglia. Anche da qui passa la nuova classe dirigente?

La conciliazione deve poter essere effettivamente declinata sia al maschile sia al femminile, non più soltanto nei documenti ufficiali, ma soprattutto nei comportamenti quotidiani, nelle pratiche aziendali, negli atteggiamenti culturali. In Italia sono in molti, purtroppo, a pensare ancora che i compiti di cura - dei figli e degli anziani - riguardino prevalentemente le donne, senza rendersi conto che la competitività del sistema produttivo passa necessariamente attraverso la condivisione delle responsabilità domestiche e famigliari. L’ascesa delle donne alle posizioni di vertice potrà in questo senso promuovere un pensiero diverso, favorendo l’introduzione di una flessibilità “intelligente” nel mondo del lavoro.



Le donne sono poco ascoltate quando si tratta di prendere decisioni che influiscano sulla vita della collettività. È questo uno dei bugs della nostra classe dirigente anche nel comparto economico?

È ormai evidente che le donne, con preparazione e competenza, sono portatrici di innovazioni, approcci e sensibilità che aumentano non solo le conoscenze ma anche il livello di democrazia e di sviluppo di un Paese. Oltre a far bene ai bilanci delle società, come dimostrano i dati di aziende con donne ai vertici. Nonostante ciò, il monopolio maschile è duro a morire, ed è importante compiere significativi passi avanti per cercare di romperlo.



La crisi disegna una società ad un giro di boa. Per oltrepassarla e navigare in mare aperto c’è bisogno di vincere tutti i pregiudizi e di superare le barriere sociali e culturali ancora residuali, partendo dai vertici del sistema. Fare sperimentalismo, innovare, e al tempo stesso lavorare lentamente sulla pagina… In quest’ottica come si pone Manageritalia?

La fase di transizione, o meglio di trasformazione, che stiamo vivendo richiede da parte dei decisori uno slancio nuovo, una visione e una prospettiva del mondo capace di innovare i modelli di gestione e di sviluppo delle imprese. Manageritalia vuole impegnarsi e dare il proprio contributo di idee e di azione per generare, insieme agli altri attori del territorio, una moderna cultura del lavoro, che dia la giusta centralità al merito e alla professionalità e sia in grado di diffondere i concetti di solidarietà e responsabilità sociale, per riprendere la strada di una crescita inclusiva, e sostenibile, in grado di valorizzare le eccellenze sul territorio.









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