Emilia Romagna/Lavoro - Recentemente approva, la 17 del 2005 è la prima legge regionale che tiene conto della differenza di genere
Laura Salsi Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Aprile 2006
La Regione Emilia-Romagna ha approvato, come primo atto fondamentale di questa legislatura, la legge intitolata “Norme per la promozione dell’occupazione, della qualità, sicurezza e regolarità del lavoro”.
La 17/2005 - conosciuta come “legge Bastico” dal nome dell’assessore regionale al Lavoro che l’ha voluta, Mariangela Bastico - ha una peculiarità: è la prima legge regionale che tiene conto della differenza di genere. Non solo vuole promuovere condizioni di pari opportunità nell’accesso al lavoro, nella permanenza e nella progressione di carriera, bensì si propone anche un altro obiettivo non meno importante, quello di favorire la conciliazione tra tempi di lavoro e cura.
Per approfondire questi aspetti ho organizzato a Reggio Emilia, il 31 gennaio scorso, un convegno dedicato alla nuova legge, che ha visto la presenza di molte donne e le cui conclusioni sono state tenute proprio dall’assessore Bastico.
Dalla discussione è emerso chiaramente che dal provvedimento regionale le donne possono trarre reali benefici, poiché nel promuovere una piena e buona occupazione, chimera irraggiungibile nel nostro Paese ma meta da perseguire con tutte le nostre forze, è fondamentale porre attenzione alle differenze che purtroppo esistono fra i due sessi in ambito lavorativo. E la nuova legge tiene conto in maniera specifica dei bisogni delle donne, articolando le risposte per venire incontro alle richieste personali ma continuando a tenere d’occhio l’intero sistema lavorativo della nostra regione, per costruire un modello di sistema che considera ogni singolo elemento costitutivo e insieme coordina la pluralità di soggetti che ne fanno parte, favorendo lo sviluppo di sinergie armoniche che provengano da ogni settore della società, sia esso pubblico o privato.
Le donne lavoratrici hanno prima di tutto bisogno di nuove opportunità, devono potersi costruire un percorso lavorativo il più possibile personalizzato, per non penalizzare, da un lato, le proprie ambizioni e la possibilità di fare carriera, mantenendo però la garanzia della maternità e della famiglia dall'altro. E hanno bisogno di informazioni su tutto ciò che riguarda il mondo del lavoro, sui diritti di cui possono godere e sui doveri che devono accettare, ma soprattutto sulle opportunità legate al loro sapere, alle loro professionalità e sulla loro condizione di possibili madri. La maternità, infatti, è un valore sociale e come tale è da tutelare e da salvaguardare.
La legge Bastico ha dunque formulato un nuovo quadro di riferimento, che permetterà alle lavoratrici e ai lavoratori di superare le discriminazioni, sviluppare la propria carriera professionale ed avere finalmente gratificazioni lavorative ad ogni livello di impiego.
Tra gli obiettivi principali della legge figura anche quello di contrastare la precarietà del lavoro moderno (le donne sono circa i due terzi sul totale di lavoratori precari), favorendo l'acquisizione di condizioni lavorative continuative e stabili che contribuiscono alla qualità della vita dei lavoratori. Poiché qualità nel lavoro significa anche qualità nella vita familiare, sociale e interpersonale delle persone.
Un articolo apposito, poi, si occupa di “favorire la conciliazione tra tempi di lavoro e di cura" da parte della Regione e delle Province”, un’operazione che verrà portata avanti promuovendo accordi con le parti sociali allo scopo di sostenere progetti specifici di conciliazione tra tempi di lavoro e di cura, da realizzare nei diversi ambiti produttivi. Lo scopo è quello di mettere a disposizione servizi territoriali di supporto alla conciliazione, con particolare riferimento all'organizzazione dell'orario di lavoro, all'utilizzo del lavoro a tempo parziale e del telelavoro.
Sono inoltre previsti assegni di servizio volti a favorire l'accesso e la permanenza nel mercato del lavoro, nonché la progressione di carriera, di persone a rischio di esclusione per carichi di cura.
Tutto questo non significa soltanto essere vicino alle lavoratrici, ai lavoratori e non abbandonarli nel momento del bisogno, ma significa soprattutto garantire loro il diritto a costruirsi una famiglia e ad occuparsi dei propri cari senza perdere la possibilità di fare carriera o semplicemente mantenendo le proprie garanzie lavorative.
Laura Salsi
Consigliera regionale
Gruppo Uniti nell’Ulivo Ds
(13 aprile 2006)
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