La Fdei, in occasione della giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne, indetta dall'ONU nel 1999, invita tutte le donne evangeliche a farsi portavoce nelle loro chiese e nella società di un rinnovato impegno per combattere questa violenza.
Purtroppo, in tutto il mondo, le donne continuano ad essere oggetto di violenza, soprattutto in famiglia, ma anche nella società, soffrendo discriminazioni di ogni sorta e difficoltà di accesso all'istruzione, che le colloca ai livelli più bassi della scala sociale. Anche in Italia, il fenomeno della violenza sulle donne è ben lontano dall’essere superato, anzi, come apprendiamo purtroppo dalle cronache quotidiane, è aumentato sommandosi alla violenza omofobica contro la libertà di scelta sessuale.
Per questo vogliamo proseguire l'impegno che la Federazione porta avanti da più di 10 anni, insieme con altre donne e realtà, per combattere la violenza contro le donne, partecipando e promuovendo iniziative ed incontri, diffondendo dati del fenomeno a cui uniamo una proposta di riflessione evangelica].
Tante volte abbiamo osservato e denunciato che il problema della violenza attraversa tutti gli strati sociali e si annida essenzialmente nella cultura patriarcale che caratterizza le nostre società, ma è anche radicata in una concezione violenta delle relazioni umane e della soluzione dei conflitti, che la crisi che stiamo vivendo contribuisce a rafforzare.
In proposito, la Federazione ha raccolto con attenzione le recenti denunce sulla condizione dei bambini in Italia sia dell'UNICEF che di Save the Children. I dati dell'UNICEF sulla povertà dei bambini in Italia ci colloca al terzo posto nella graduatoria dei paesi OCSE dopo Stati Uniti e Grecia, per il divario esistente tra bambini poveri e ricchi. Save the children, nel suo dossier di questi giorni sull'Italia, denuncia che su 10.229.000 minori (il 16,9% del totale della popolazione) 1.876.000 vivono in povertà; tra questi, il 18,6% in condizione di deprivazione materiale quasi totale.
Questi dati dovrebbero far riflettere tutti, donne e uomini, non solo sul futuro di questi bambini, ma anche sul fatto che l'aumento, in Italia, del divario tra bambini ricchi e poveri vuol dire aumento del divario di povertà tra le famiglie italiane e condizioni di maggior difficoltà per le donne. Riteniamo infatti che una società più giusta, con meno sperequazioni sociali, sia la condizione essenziale di partenza per affrontare anche il problema della violenza sulle donne e per dare loro dignità sociale e possibilità di contribuire al benessere di tutte e tutti. Anche dei bambini.
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