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Una donna contro la Lega - di Doriana Macrì

Una donna contro la Lega - di Doriana Macrì

Ad Adro prosegue la battaglia legale di Vittoria Romana Gandossi, vittima di ingiurie da parte della Lega. ‘noidonne’ l’ha intervistata.

Lunedi, 26/09/2011 - Vittoria Romana Gandossi, esponente dello SPI-CGIL di Brescia, che ha depositato insieme all’Associazione studi giuridici sull’immigrazione e alla Fondazione Guido Piccini un ricorso contro la Lega per l’affissione di un manifesto che la vede oggetto di ingiurie, ci racconta la difficile opera d’integrazione delle famiglie extracomunitarie in un comune come Adro (già noto alla stampa per la vicenda della riproduzione del sole delle Alpi, simbolo leghista, sul tetto di una scuola pubblica). “Sono diventata delegata dei pensionati SPI-CGIL circa 3 anni fa. Sono una maestra in pensione che, su consiglio di un’assistente sociale, ha dato una mano ad una ragazzina pakistana di 12 anni, che era già stata bocciata due volte, con i compiti, alla quale poi le insegnanti mi hanno chiesto di aggiungere altri ragazzi stranieri in difficoltà. Nel novembre del 2009, attraverso i ragazzi che seguivo, ho saputo che il sindaco aveva ordinato l'espulsione dal servizio mensa e dal pulmino di 9 bambini. Subito scrissi ai partiti, al parroco, ai giornali.”



Cosa ha comportato per Adro la sua presa di posizione nella questione della mensa per gli extracomunitari?


I bambini furono estromessi solo dal pulmino perché io consigliai ai genitori di lasciarli a mensa, e nessuno ebbe il coraggio di metterli in strada. Sulla vetrina della sede leghista comparve allora la scritta: CARA ROMANA SIAMO ORGOGLIOSI DI ESSERE STRONZI. “Stronzi” era l’appellativo dato in quei giorni da Fini agli studenti razzisti. Questa scritta restò esposta 6 mesi, fino a quando, scoppiato il caso mensa sulla stampa, il sindaco cominciò a girare per le televisioni dichiarando che il comune di Adro non è razzista. Solo quando spiegai su facebook il senso della scritta procedettero ad eliminarla. Avevo anche fotografato, nei mesi precedenti, il bando per il sostegno regionale all'affitto che scoprimmo essere riservato solo ai cittadini comunitari. La CGIL riuscì a far condannare il sindaco ben 2 volte .



E da qui la giunta di Adro la percepì come un nemico.

Cominciarono a circolare volantini e scritte contro di me sul giornale informativo del Comune. Venivo additata in Consiglio comunale e alla festa della Lega come la causa della condanna del sindaco, che lo obbligava a farsi restituire i soldi elargiti agli adrensi doc per condividerli con gli adrensi stranieri. Tutto ciò mi ha portato numerose inimicizie: persone che mi tolsero il saluto, altri che mi gridavano parolacce per strada, una donna giovane che a scuola mostrò l'indice alla mia nipotina, un’anziana che mi aggredì un giorno in cui l'accompagnavo a scuola.



Com’è proseguita la sua lotta?

Dopo la battaglia contro i simboli leghisti (il sole delle Alpi) nella scuola di Adro, condotta dal Pd locale, dal Popolo Viola e da molta altra gente venuta da fuori, e vinta ancora una volta dalla CGIL con 3 ricorsi in Tribunale, io e un gruppo di volontarie abbiamo fondato, insieme alla Caritas, un corso di lingua italiana e abbiamo pagato per tutto l’ultimo anno scolastico la mensa ai bambini di famiglie in grave difficoltà economica a causa della perdita del lavoro. Abbiamo scoperto così il primo caso di sfratto esecutivo, che abbiamo inutilmente cercato di impedire insieme all’associazione Diritti per tutti, ma non abbiamo ottenuto nulla dal sindaco, che da 8 anni rifiuta il sostegno regionale all’affitto e stanzia fondi comunali per i soli italiani. Così mi sono rivolta di nuovo alla Caritas e il parroco ha dato momentaneamente ospitalità a questa famiglia, con 2 bambini in età da scuola materna, mamma e un padre gravemente ammalato. In seguito ho esposto, a nome del Pd, questa comunicazione: -La Chiesa supplisce i servizi sociali del Comune che ha un appartamento vuoto da 3 anni- sapendo che avrei suscitato una reazione leghista, e così è stato.



La reazione si è concretizzata in un manifesto affisso sulla porta della sede della Lega Nord che recita: «Cara la me Romana sono tutti bravi a fare i culattoni con il culo degli altri (tipico dei comunisti: quello che è tuo è tuo quello che è mio è tuo) portatelo a casa tua il beduino sfrattato (non paga l'affitto da due anni) noi nella casa del comune ci mettiamo gente anziana e bisognosa ma di Adro. Prima i nostri poi anche gli altri!!! W la Lega Nord W Umberto Bossi»; sotto quali forme e aspetti è stata attaccata lei in primo piano e la società civile poi?

La prima cosa che ho pensato è stata “ma guarda a che livello di volgarità sono arrivati!”. In verità tutto ciò non è altro che un incitamento a tenere lontani gli extracomunitari dalla comunità cittadina, legittimando azioni razziste che vanno in questo senso, ed è un stimolo ad azioni ritorsive nei miei confronti, anche in questo caso una forma di legittimazione che non fa che seguire un iter oramai consolidato, dai volantini diffamatori e volgari (come l’elenco in cui comparivo insieme ad altri 5 consiglieri di minoranza in qualità di infangatori del paese) a vere e proprie azioni vandaliche (la macchina rigata, le gomme bucate, le reazioni già descritte).



Chi l’ha sostenuta nella sua battaglia?

Il Sindacato mi ha subito affiancata nella lotta; il giovane segretario del Pd della sezione di Adro mi lascia usare la bacheca della sede per le mie comunicazioni, ma resta defilato; i giovani che affiancano i consiglieri di minoranza, invece, hanno esposto nella sede della lista civica un manifesto che elenca le malefatte del sindaco e nel quale sostengono, per la prima volta, anche me. Non sono cristiana ma ho trovato appoggio e sostegno anche presso il parroco che, ospitando in chiesa persone in difficoltà di qualunque religione, ha trasmesso un importante messaggio. E così posso dire di una donna della Caritas, con la quale abbiamo dei progetti in comune, che si è attirata la rabbia della Lega per aver avuto il coraggio di denunciare, su un organo di stampa locale, la volgarità del linguaggio usato dai membri del Carroccio e di sottolineare quanto la loro azione sia diseducativa.



Cosa si aspetta dall’azione legale intentata contro il direttivo della Lega Nord per il manifesto che la ingiuria?

Se vinceremo quest’azione legale spero che qualcuno fra i miei concittadini possa ricavarne uno stimolo alla riflessione critica sulla grettezza dei leghisti. Il fatto che questi meschini comportamenti arrivino alla stampa nazionale non solo ci rinforza, ma spero che possano servire a smuovere altre coscienze. La Lega ha coltivato e fomentato un razzismo latente nei cittadini spostando sempre più in là il limite verso il quale si possono spingere le azioni contro lo straniero. Il sindaco di Adro ha creato un pericoloso precedente; la sua azione, per quanto condannata ad ogni livello giuridico, si sta espandendo anche ad altri comuni vicini, trovando il sostegno di una cittadinanza infiammata da un esasperante individualismo.



Crede che il suo essere donna abbia condizionato la campagna diffamatoria in atto contro di lei?


Il mio essere donna forse può aver fatto credere che mi si poteva far scomparire con un soffio di vento, invece ho creato molti guai a questa maggioranza di prepotenti che, come prima azione di governo, ha imposto il prezzo di 1000 euro su ogni uso della sala comunale per le assemblee, impedendoci di fatto il diritto di riunirci. Ma io ho 71 anni e non ho più paura di nulla, non basterà questo a fermarmi.



Quale messaggio si sente di lasciare ai giovani?

Spero che i giovani imparino a parlare forte e chiaro quando sanno di essere nel giusto perché è così che si vince su coloro che fanno i forti con i deboli, oggi chiamati sprezzantemente “beduini”. C’è un solo modo per affrontare con efficacia il razzismo dilagante, ed è quello di informare, con precisione, sulle reali condizioni delle famiglie di extracomunitari nel nostro paese per consentire alla gente di capire e di potersi identificare con i problemi che ogni giorno devono affrontare. C’è bisogno di verità.

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