Mercoledi, 09/11/2016 - Oggi abbiamo assistito alla più grande discriminazione sessuale della storia.
Cosa fa un datore di lavoro per assumere qualcuno? Legge un certo numero di curriculum, valuta quello migliore, incontra i candidati più promettenti e sceglie tra di loro a quale affidare il lavoro. Cosa ha fatto il popolo americano oggi? Ha letto due curriculum, ha capito qual era quello migliore (e d’altra parte ci voleva poco), ha guardato in faccia i due principali candidati e ha visto che uno dei due era una donna. E quindi, pur di non votare una donna, ha votato il candidato uomo più incompetente e più incandidabile per occupare l’ufficio più potente del mondo.
Da un lato c’era una donna con una laurea in scienze politiche e un dottorato il legge a Yale, una brillante carriera come avvocata, e poi come first lady, senatrice dello Stato di New York, segretaria di Stato (terza donna nella storia degli Stati Uniti a ricoprire quel ruolo). E con questo impareggiabile curriculum è arrivata ad essere la prima donna candidata alla Presidenza per uno dei due maggiori partiti.
Dall’altro lato c’era un uomo con una laurea in economia, imprenditore miliardario, pluridivorziato (caratteristica inammissibile nell’ottica conservatrice americana), senza alcuna esperienza politica e militare, che ha cambiato più volte il proprio orientamento politico scegliendo quello repubblicano solo alla vigilia della propria candidatura. E con questo curriculum è diventato Presidente dello Stato più potente del mondo, facendo il suo primo ingresso da Presidente eletto sulla colonna sonora di Air Force One.
Dopo che fino a ieri Hillary Clinton era data per favorita, ora i commentatori politici si interrogano su cosa lei abbia sbagliato, e i sondaggisti si chiedono come hanno fatto a non prevedere questa vittoria. Evidentemente queste persone avevano letto solo i due curriculum dei candidati e avevano dimenticato che nel mondo maschilista in cui viviamo una donna non può entrare alla Casa Bianca come Presidente, non può essere l’“uomo più potente del mondo”, e che per questa ragione uno dei candidati peggiori della storia, che contro un altro uomo non avrebbe mai avuto alcuna possibilità non solo di vincere ma neanche di essere candidato, ha vinto, perché contro aveva una donna.
Oggi è un giorno triste per le donne di tutto il mondo: abbiamo intravisto una speranza, la speranza di un cambiamento epocale, la speranza di fare la storia, di cambiare la storia, e invece siamo state rispedite a casa con tutte le nostre speranze e le nostre aspettative, perché come donne non possiamo arrivare così in alto.
Oggi ci sono 5 donne al mondo che ricoprono l’incarico di prime ministre, e 9 che sono presidenti. 14 donne in 196 Stati. Almeno di fronte a questo, almeno oggi, bisognerebbe avere il coraggio di riconoscere che l’uguaglianza e le pari opportunità tra i sessi esistono sulla carta (almeno nel mondo occidentale), ma non nella realtà.
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