Sibilla Aleramo - Pubblicata una plaquette con gli scritti militanti tratti da Noidonne
Anna Folli Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Marzo 2006
l Sessantesimo anniversario dell'UDI di Ferrara è stato festeggiato da Università e Istituto di Storia contemporanea, Comune e Provincia, con la partecipazione davvero speciale di Dacia Maraini (5-6 dicembre 2005). Per l'occasione sono stati raccolti in una plaquette* gli scritti militanti di una donna preziosa, illustre, e molto amata: Sibilla Aleramo (1876-1960). Ci sono le sue collaborazioni a «Noi Donne» (dal 1945 al 1957); molte belle fotografie che ci ricordano il suo fascino leggendario; schizzi del volto che ispirò allo scultore Leonardo Bistolfi il profilo muliebre della monetina da venti centesimi; un'intervista, alcune poesie, e due cartelle inedite dal manoscritto del Diario riprodotte per la cortesia dell'editore Carlo Feltrinelli. Ma se dovessi scegliere, allora vorrei conservare le pagine con cui la commemorò Fausta Cialente, amica sororale, tanto più giuste ed emozionate di quelle preparate anni dopo per introdurre il Diario di una donna (1978). Non direi che siano state raccolte. Oggi Sibilla è ancora tra noi - destino raro in Italia per una scrittrice – per merito dell'impegno e della passione di tante nonché, piaccia o non piaccia, del film di Michele Placido, Un viaggio chiamato amore, ispirato al carteggio col poeta Dino Campana e al romanzo autobiografico che la rese celebre all'inizio del secolo: Una donna (anzi: Una Donna come sempre scriveva lei). Torino 3 novembre 1906, tra poco cent'anni. E' una vita straordinaria, che ci porta indietro a una Milano di tardo Ottocento, poi a una cittaduzza delle Marche, e da lì ancora a Milano e a Roma e via via nei luoghi del vagabondaggio estetico del '900. Firenze, la Corsica, Sorrento, Parigi, Napoli, Capri, le Alpi. La guerra e l'invasione tedesca, paura e fame, le morti. L'iscrizione al Partito Comunista, la fede in un avvenire radioso, ancora viaggi nei paesi dell'Est. Malinconia, solitudine e povertà, la poesia che l'abbandona; le grandi letture che le fanno compagnia, la scrittura minuta di tutti i giorni che la sorregge. E sempre le carte, migliaia e migliaia, una montagna di carte ad attestare un destino eccezionale. Incontri, amori, epistolari: eccezionali. Anche il manoscritto del Diario non scherza: 5520 cartelle. Dalla ricognizione in vista dell'edizione integrale (Feltrinelli 2007) affiorano scenari oscurati, come quello dei quindici anni di militanza comunista, consapevole e sistematica. A reggere tanta vastità temporale ci sono le ricorrenze, gli anniversari, le date. Date di mia vita è il titolo dell'ultima poesia che Sibilla riesce a scrivere, nell'aprile 1956, alla vigilia degli ottant'anni e nel cinquantesimo anniversario di Una donna. Leggiamone alcuni passi, e che sia di buon auspicio per un centenario memorabile.
Date di mia vita
Date remote di mia vita
quest'anno in cuore mi danzano
Dieci /cinquanta / ottanta
cinquant'anni dal mio primo libro
dieci anni che al partito son legata
ottanta gli anni dall'estate in cui nacqui
date di mia vita in cuore danzano
Dieci / cinquanta / ottanta
fiere se pur soffuse di tenerezza
e quasi incredula è la più remota
se ben tanto reale
ottant'anni ottant'anni gremiti e grevi
vicende e visioni vicende e visioni
benigna di doni la natura
e tragica sin dalla fanciullezza la sorte ....
*Sibilla Aleramo, Scritti militanti. «Noi Donne» 1945-1957, quaderno 13, dicembre 2005, pp. 80 (Archivio UDI Ferrara).
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