Ecuador: viaggio nell’alleanza delle diversità /1 - Noi, donne e uomini, popolo sovrano del Ecuador […] decidiamo di costruire una nuova forma di convivenza cittadina, nella diversità e in armonia con la natura per raggiungere il buon vivere, una so
Angelucci Nadia Martedi, 21/04/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Aprile 2009
Noi, donne e uomini, popolo sovrano del Ecuador,
riconoscendo le nostre radici millenarie, forgiate da uomini e donne di popoli diversi;
celebrando la natura, la Pacha Mama, della quale siamo parte e che è vitale per la nostra esistenza;
invocando il nome di Dio e riconoscendo le nostre differenti forme di religiosità e spiritualità;
appellandoci alla sapienza di tutte le culture che ci arricchiscono come società;
come eredi delle lotte sociali di liberazione di fronte e tutte le forme di dominazione e di colonialismo;
e con un profondo impegno con il presente e il futuro;
decidiamo di costruire
una nuova forma di convivenza cittadina, nella diversità e in armonia con la natura, per raggiungere il buon vivere, il sumak kawsay;
una società che rispetti, in tutte le sue dimensioni, la dignità delle persone e della collettività;
un paese democratico, impegnato nell'integrazione latinoamericana - sogno di Bolivar e Alfaro - la pace e la solidarietà con tutti i popoli della terra."[1]
(Preambolo della Costituzione della Repubblica dell'Ecuador)
L’invocazione alla Pacha Mama, la Terra Madre, viene prima di quella al Dio cristiano, nella nuova Costituzione ecuadoriana, e questo ha creato non poche polemiche e discussioni in fase di Assemblea costituente nonché una forte opposizione della Conferenza episcopale ecuadoriana e delle alte gerarchie ecclesiastiche del paese che hanno fortemente osteggiato il progetto di rinnovamento costituzionale ma che sono uscite sconfitte dalle urne. La nuova Costituzione dell’Ecuador è stata approvata il 28 settembre 2008, attraverso un referendum, con il 65% dei voti a favore, il 28% di “no” e il 7% di voti annullati.
I suoi 444 articoli, frutto di 3500 proposte fatte da centinaia di associazioni e gruppi sociali durante gli 8 mesi di Assemblea Costituente, ruotano tutti intorno al sumak kawsay, espressione kechua di origine boliviana che possiamo tradurre come ‘buon vivere’. Ma i costituenti nel buon vivere hanno ravvisato qualcosa di più di un obiettivo. Sumak kawsay rappresenta un principio capace di evocare e suscitare suggestioni e allo stesso tempo di ordinare e regolare le leggi. Trae la sua origine dalle esperienze ancestrali di vita comunitaria dei popoli e delle nazionalità indigene[2] e nel loro legame armonico tra esseri umani e natura e in questo senso è in grado di essere motore del cambiamento. E, nello svolgersi degli articoli della Carta, è anche il principio che sistematizza le nozioni di economia e ricchezza e il modello di sviluppo ponendo l’essere umano indiscutibilmente al di sopra del mercato; che rende la natura soggetto di diritto e in base a questo stabilisce un risarcimento per chi la danneggia; che aiuta a catalogare cinque diversi tipi di proprietà: pubblica, privata, mista, popolare e solidale; che codifica la sovranità statale e il suo ruolo nella pianificazione partecipativa allo sviluppo in campi come la salute, l’educazione, le politiche abitative, l’acqua fino ad ora in mano al settore privato; che afferma la plurinazionalità dello stato riconoscendo i diritti dei popoli ancestrali e le loro lingue; che permette, con la sua visione globale ed armonica dell’essere umano, di stabilire l’unione civile tra due persone senza vincoli legati al sesso, il diritto di immigrazione, per i suoi cittadini così come per stranieri in Ecuador, e l’impossibilità di prescrizione per i reati di genocidio e di lesa umanità.
La nuova Costituzione ecuadoriana rappresenta senza dubbio una forte novità, non solo nel panorama latinoamericano, ma addirittura in quello mondiale per la sfida dell’ampliamento dei diritti a quanti più soggetti possibili e dell’inclusione delle tante ‘diversità’ presenti. La piccola nazione affacciata sul Pacifico, regno indiscusso di una delle più generose biodiversità ma anche di molte culture differenti, ha avuto il coraggio di stilare una delle Carte più avanzate del mondo rispondendo alle tante sfide e ai timori che attanagliano questo inizio di secolo rilanciando, invece di chiudersi nei privilegi di pochi, scegliendo di cominciare con entusiasmo un sentiero nuovo, comprendendo che solo “l’alleanza delle tante diversità” che abitano il paese può cambiare il destino dell’umanità.
ELEZIONI 26 APRILE
Il 26 aprile si tengono le prime elezioni politiche con la nuova Carta costituzionale. Rinnoveranno tutte le cariche istituzionali, dal Parlamento al Presidente della Repubblica. Sarà una giornata importante per Rafaél Correa e il suo movimento Alianza Paìs che sono stati il motore dell’innovativo cambio costituzionale.
[2] Si contano nel paese 25 gruppi etnici, di diverse nazionalità, nelle tre regioni del paese: costa, sierra e oriente amazzonico, le stime sulla popolazione che si riconosce come indigena oscillano tra il 30 e il 40% della popolazione.
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