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Una canzone per lottare contro le mutilazioni genitali femminili

Una canzone per lottare contro le mutilazioni genitali femminili

Le mutilazioni genitali femminili sono una forma di violenza contro le donne e un abuso minorile, non possono essere accettate in nessuna forma

Mercoledi, 01/02/2017 - “Come è possibile che il clitoride sia maschile nella tua lingua?” è stata una delle prime domande rivoltemi dalla direttrice della ONG inglese, Integrate UK, in cui sto svolgendo uno stage.

In effetti nella nostra lingua, sebbene si possa usare con entrambi i generi, questa parola che indica qualcosa di intrinsecamente femminile assume spesso l’articolo maschile; e lo stesso vale per buona parte delle lingue neolatine.

“Come è possibile che sul posto di lavoro si parli di clitoride?” è stato invece il primo pensiero degli amici a cui ho raccontato l’episodio; ebbene in Integrate UK se ne parla eccome, tanto da farci un video musicale.



Integrate UK è una ONG gestita da adolescenti che lottano contro qualsiasi tipo di violenza contro le donne e #Myclitoris è il titolo del primo progetto a cui ho collaborato una volta giunta a Bristol: un video musicale che parla di mutilazioni genitali femminili (MGF) in modo semplice ma diretto: “My clitoris is staying where it is” (trad: il mio clitoride rimane dov’è) è una delle frasi chiave del pezzo.

Il testo della canzone, scritto dai giovani attivisti della ONG in collaborazione con alcuni musicisti locali, è stato pensato per rispondere a un articolo pubblicato sul The Economist che suggeriva di legalizzare alcuni tipi di MGF, quelli considerati meno gravi (tipo 1 e 4), al fine di limitare l’incidenza di quelli più invasivi (tipo 2 e 3).

Alla lettura di questo articolo i ragazzi di Integrate, per la maggior parte provenienti da comunità affette da queste pratiche, si sono indignati e hanno deciso di fare qualcosa per ribadire ancora una volta che qualunque tipo di MGF, anche il meno invasivo, è una forma di violenza contro le donne oltre che una forma di abuso minorile.



Un vero e proprio inno al diritto di ogni donna di avere completo controllo del proprio corpo che, una volta pubblicato su Youtube, ha riscosso un discreto successo, ottenendo anche l’appoggio di alcune esponenti del femminismo e della scena musicale inglese quali Caitlin Moran, Cathy Newman e Lily Allen.



Anche in Italia, come in Inghilterra, le MGF sono considerate illegali, ma il numero di donne che abitano nel nostro Paese ma hanno subito questa pratica è sorprendentemente alto: nel 2009 in Italia si contavano 35.000 portatrici di mutilazioni genitali femminili e si stimava che almeno 1.000 ragazze fossero a rischio. Anche nel nostro Paese, quindi, il messaggio che gli attivisti di Integrate UK hanno cercato di lanciare merita di essere ribadito e di trovare spazio nella discussione pubblica.



Nel nostro Paese la conoscenza di questa pratica tanto crudele è ancora spesso relegata tra gli specialisti del settore e poco si fa per farla conoscere. Quello che ho imparato qui a Bristol è che soltanto sapendo di cosa si tratta si può provare a prevenire il fenomeno tra le bambine e le ragazze a rischio nel nostro Paese.



I ragazzi di Integrate UK questo lo sanno bene e cercano di lavorare sul tema svolgendo sessioni di peer education sulla salvaguardia delle bambine nelle scuole inglesi; anche il loro nuovo video musicale mira ad attirare l’attenzione su queste tematiche usando un linguaggio diretto e una melodia orecchiabile.



Da italiana mi piacerebbe che anche nel mio Paese si cominciasse a parlare di più di questo tema, e allora perché non cominciare con una canzone?

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