Cultura/ Danza. Rossella Fiumi - Scena semivuota, un registratore, una donna che rievoca momenti del suo passato, sono gli elementi di “Rewind”, coreografia di Rossella Fiumi
Redazione Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Dicembre 2005
Lo spettacolo “Rewind” è creato e interpretato da una coreografa raffinata, esperta e precisa, così come ha dimostrato di essere Rossella Fiumi nel corso della sua lunga carriera. Rewind mostra un ambiente abitato da una donna e da pochi oggetti, resti significanti di circostanze di vita. È uno spazio di immagini evocative di un passato narrato da una mappa a ritroso nel tempo e nello spazio.
Spazio documentato da una registrazione muta su nastro magnetico, che testimonia ogni gesto del corpo su una bobina da riavvolgere al momento della sua archiviazione. È la premeditazione di una morte. Una deriva consapevole alimenta le azioni della donna.
Uno spazio che si fa presente, come incidente di percorso: il corpo inanimato riposa ai margini di un lastricato nero. L’ambiente rivela i segni che guidano l’osservatore a ripercorrere con sguardo periferico le immagini degli ultimi episodi di quella vita.
Un vago sapore orientale, visitato da una Signora Butterfly, vive la scena, con un linguaggio del corpo distillato e con una scrittura decontestualizzata da una dichiarata appartenenza all’Opera di Puccini.
È una danza che intende essere povera. Così spiega la coreografa: “Mi riferisco alla qualità della messa in scena, proveniente da segni lenti e diretti, con i tempi del corpo ricondotto al suo essere umano. Segni ricavati dall’influenza dell’ambiente, con il quale il corpo entra in contatto. Un contatto di comunioni e collisioni con gli oggetti. Questi materiali, sottratti alla loro quotidianità e ad ambienti destinati ad altri impieghi, generano azioni rintracciate nelle cose presenti nello spazio: oggetti che apparentemente possono sembrare ininfluenti. Con la povertà di questa danza mi rivolgo alla parte più ricettiva e sensibile del pubblico”. G.S.
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