Stai passeggiando al parco da sola la mattina o, peggio, sei in un parcheggio di sera e cerchi la tua macchina, oppure addirittura stai ballando in discoteca senza scorta.
Cara donna, carissima ragazza, non temere, dal tuo stato di vittima predestinata del prossimo maniaco aggressore, ti salverà una App. Sì, basta che tu non sia così antica da non possedere un iPhone e che tu abbia acquistato l’ultimo ritrovato tecnologico per geolocalizzarti e potrai chiamare i rinforzi ogni volta che proverai a vincere il panico di essere una donna libera in un paese civile.
Nulla contro la tecnologia, né tanto meno contro la genialità e l’efficacia di diverse applicazioni che dal telefono possono mettere ognuna/o al centro del mondo e offrire i servizi più vari, a basso costo e con la minima fatica, però è dura accettare che anche la sicurezza delle donne venga banalizzata con un click e appaltata con enfasi alla scuotimento di un apparecchio telefonico.
La ditta che ha creato l’innovativo sistema di localizzazione e allarme per tutte le donne che vivano situazione di rischio, come andare a correre o a bere una birra con un’amica, chiede alle associazioni che quotidianamente si battono per il contrasto della violenza e quotidianamente ne assistono le vittime, di valutare lo strumento ed eventuali collaborazioni in merito con modalità da definire.
L’invito è cortese e quindi merita una risposta, ma forse, proprio perché la richiesta viene rivolta a chi non si occupa del tema dall’uscita dell’ultimo modello di iPhone, ma da svariati anni, deve essere articolata. Una risposta che si può estendere anche a chi dovrebbe garantire la normalità della vita quotidiana di una donna che reputa suo diritto lavorare, uscire, divertirsi, anche da sola, senza per questo dover vincere l’ansia di essere un’ avventata, coraggiosa, potenziale vittima.
Cara società X, che vuole prendersi cura di noi rendendoci sicure (questo si legge nello slogan di presentazione), capiamoci, se pensate che basti scuotere il nostro telefono per vivere più serene, perché non inventate una bacchetta. Piccola come un cellulare, pronta all’utilizzo anche in casa (vi diamo una notizia, vi siete dimenticati un luogo di pericolo reale per molte donne) che freni l’uomo (bisogna trovare il coraggio di ammettere che spesso sono loro ad aggredirci, anche se non vengono nominati mai nel vostro spot) quando cerca di umiliarci non solo con i gesti, ma anche con le parole, relegandoci in un angolo, annichilendo la nostra autostima, azzerando tutte le nostre aspettative.
Ovviamente deve essere magica quindi sprigionare tutti i suoi poteri quando lo stesso prova ad allungare mani, bastoni o altri corpi contundenti, magari trasformandoci anche in super eroine. Collaboriamo insieme e aggiungiamo tra le varie funzioni della App, il pulsante “politica”: una sirena, una luce lampeggiante, con la quale attivare chi governa il paese e la città in cui viviamo, affinché capisca che la nostra sicurezza non è un problema solo delle sottoscritte, ma di tutta la comunità e che quindi dovrebbero essere loro a garantirne il diritto. Perché poi non ragioniamo insieme su di un App da applicare al cervello di genitori e insegnanti per trasmettere ai propri figli ed alunni il rispetto dell’altro, della donna in particolare, data la materia in questione. Costruiamo un modello di sentinelle (perdonate il termine, ma lo usate voi per il tasto fondamentale di aiuto) della cultura che in ogni angolo “a rischio” ricordino che tale non deve essere in una società contemporanea nella quale tutte le persone dovrebbero sentirsi libere di fare sport senza allenarsi a sganciare al volo le cuffiette per essere localizzate nel caso a qualcuno venisse voglia di fermare la corsa con la violenza. L’assicurazione che infine promuovete nel pacchetto per risarcire della serratura rotta, dello scippo e magari anche di qualche costola fratturata, facciamola firmare a chi promette ogni anno che farà di tutto per approvare leggi, far rispettare regole e creare strumenti concreti per garantire le pari opportunità. Se non viene ottemperato l’impegno, a dicembre si risarciscono tutte le donne e le ragazze in attesa di una democrazia compiuta.
Per la promozione dei vostri ritrovati poi, magari, sentiamoci prima: utilizzare i recenti fatti di cronaca, rivolgendosi velatamente alle violenze di Colonia per risvegliare gli istinti protettivi è fastidioso e offensivo per le vittime di tanta barbarie e per l’intelligenza di coloro che stanno cercando realmente di capire cosa è accaduto per evitare che si ripeta.
Cara società X, grazie per esserti rivolta a noi, scusa la franchezza, ma sai noi donne siamo fatte così, schiette, sincere, coraggiose, convinte che la tecnologia possa essere un mezzo fondamentale per aiutare l’umanità se governata da menti attente e sensibili che la conoscano e vogliano realmente dare un contributo per migliorarne le condizioni di vita.
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