Rita Casula Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Dicembre 2008
Il Libro Verde su cui il Ministro del Lavoro Sacconi ha chiesto alle forze sociali di portare riflessioni e proposte apre il dibattito sulla necessità di un modello di welfare più universale e meno particolaristico in grado di governare e orientare in maniera più efficace la spesa per le politiche sociali al fine di renderla più equa, efficiente ed economicamente sostenibile. Attualmente infatti si pone con forza la opportunità di un superamento delle inefficienze dell’attuale sistema nonché di una spesa sociale eccessivamente sbilanciata a favore della spesa pensionistica e quindi la necessità di un mutamento di cultura e di valori, che riparta dal riconoscimento della centralità della persona, del ruolo della famiglia e dei corpi sociali intermedi, in un contesto nel quale la riforma in senso federalista dello Stato comincia ad essere una realtà. Il Paese deve pertanto essere messo in grado di ricostruire un welfare capace di riproporre la centralità della persona e della sua salute, con il coinvolgimento dei corpi sociali intermedi, attuando politiche sindacali e del lavoro in grado di aumentare il livello di responsabilizzazione e partecipazione dei lavoratori e, nel contempo, di incrementare l’occupazione e la produttività del lavoro in modo da ridurre la povertà, aumentare e migliorare qualitativamente le protezioni sociali, favorire una maggiore coesione sociale. In questo scenario Donne Impresa ritiene che una impostazione del welfare centrato sulla persona potrà portare ad un maggiore sviluppo dell’occupazione femminile nell’ottica di incrementare, ad es. e non solo, tutta quella parte di servizi che dovrebbero mettere in grado le donne di lavorare in modo maggiormente conciliativo con gli impegni familiari e nel contempo, attraverso una politica fiscale-contributiva meno impositiva, far emergere quella parte di lavoro irregolare che caratterizza spesso quest’area. Il tutto considerando la necessità di garantire nel tempo e sull’intero territorio nazionale le condizioni di copertura ed assistenza che richiedono inderogabilmente un allargamento della base di contribuzione su cui influisce anche il fattore demografico. In questo scenario è importante riflettere sugli ostacoli che attualmente penalizzano l’assunzione delle donne e nel contempo sulla opportunità di rendere più sopportabile il costo di tutela e protezione dei lavoratori attualmente gravante esclusivamente sull’impresa nell’ottica di costruire un modello di società più competitiva, più giusta e più inclusiva.
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