Un viaggio per la libertà: CADMI e l'autonomia delle migranti
La Casa di Accoglienza delle Donne Maltrattate di Milano ha presentato un progetto di accoglienza e ospitalità delle migranti e richiedenti asilo
Martedi, 26/06/2018 - Autonomia emotiva, economica e abitativa. Sono i tre pilastri di “Un viaggio per la libertà”, un progetto di accoglienza e ospitalità nel territorio della città metropolitana di Milano per le donne migranti e richiedenti asilo che hanno subito violenza o una qualunque forma di sfruttamento. Attraverso questo progetto, presentato il 25 giugno alla presenza della vicesindaca Arianna Censi, CADMI (Casa di Accoglienza delle Donne Maltrattate di Milano) le sosterrà nel raggiungimento di quelle che sono individuate come le tre autonomie fondamentali.
“Nel nostro territorio ci sono molte esperienze attive di accoglienza e soggetti impegnati a dare assistenza alle donne in situazioni di emergenza - spiegano le responsabili -. Manca però quell’esperienza particolare di intervento e di sostegno alla donna rispetto alla violenza subita e ai traumi che questa comporta, con la metodologia e le pratiche proprie dei Centri Antiviolenza, elaborata per la prima volta da CADMI oltre 30 anni or sono. Oggi, quella competenza rivista e costantemente aggiornata è messa a disposizione di donne migranti che hanno l’esigenza di un percorso di accompagnamento per raggiungere, appunto, le autonomie fondamentali”. L’iniziativa nasce dall’attenta osservazione dei nuovi bisogni di una società in cambiamento costante e “si fonda sull’esperienza e la ricerca effettuata a livello nazionale da D.i.Re. nell’ambito del progetto SAMIRA”.
Il progetto ‘Un viaggio per la libertà. Accompagnamento in percorsi per il superamento del trauma nelle donne migranti e per l'integrazione socio-culturale’ (FB) può contare sul sostegno delle donne che credono nell’attività di CADMI. “In particolare due donazioni sono state fondamentali per la messa in opera del progetto: una casa in comodato d’uso gratuito nella quale poter ospitare 10 donne con i loro figli da parte di un gruppo di donne e un’importante donazione economica che una madre e le sue tre figlie hanno voluto elargire a CADMI”.
Il progetto, più nel dettaglio, è così descritto: Autonomia emotiva: una casa protetta, con operatrici esperte (educatrici e psicologhe) presenti h24; percorsi psicologici con psicologhe esperte di gestione del trauma, individuali e di gruppo. Autonomia economica: con il supporto dello sportello lavoro di CADMI e grazie a varie possibilità di formazione, le donne ospiti potranno ambire alla propria autonomia economica. Autonomia abitativa: grazie ai passaggi precedenti, la conclusione del progetto di ogni donna arriverà con la conquista dell’autonomia abitativa per un vero inserimento nella nostra società.
“Grazie a queste donne e al loro sostegno siamo in grado di lanciare la partenza del progetto. Senza un’adeguata rete di sostegno, le donne migranti che arrivano non hanno la possibilità di gestire i molteplici traumi che con molta frequenza caratterizzano le loro vite. Il nostro impegno è di aprire la strada a un nuovo modo di fare accoglienza che sappia anche guardare al futuro di una società davvero inclusiva” dichiara la Presidente di CADMI, Avvocata Manuela Ulivi. “Nostri interlocutori fondamentali per questo progetto sono il Comune e la Prefettura di Milano che hanno già garantito il loro sostegno”.
Casa di Accoglienza delle Donne Maltrattate di Milano
Via Piacenza, 14 Milano - 02 55019609
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