Ciò che rimane è la consapevolezza che il senso di comunità, il calore e un po’ di felicità sono possibili solamente nei corridoi di questo grande supermercato
Lunedi, 18/02/2019 - Un Valzer tra gli scaffali
di Adriana Moltedo esperta di Comunicazione e Media
Un Valzer tra gli scaffali, (trailer) Premio della Giuria Ecumenica al Festival Internazionale di Berlino, è un film pieno di umanità, malinconico, avvincente.
Basato su un racconto di Clemens Meyer, il toccante film di Thomas Stuber è un ritratto di disperati, ma con un’empatia umana, che entra nel profondo di chi guarda.
Una regia misurata ed elegante, fatta di movimenti di macchina millimetrici, e di un rigore formale che evita sempre di scadere nel facile didascalismo estetico. Proprio la messa in scena, insieme all’eccellente performance dell’intero cast, a partire dai protagonisti Franz Rogowski e Sandra Hüller, che appare come il valore aggiunto di un film per il resto solido. Peter Matjasko è il direttore della fotografia mentre Kaya Inan ha curato il montaggio. Le scenografie sono di Jenny Roesler, Milena Fessmann ha composto le musiche.
Il film racconta una delicata storia d’amore nata tra gli scaffali di un supermercato e il microcosmo pieno di umanità rappresentato dalle persone che vi lavorano.
Ma ciò che colpisce del film è innanzitutto la capacità di descrivere il luogo fino nei minimi dettagli con una naturalezza davvero straordinarie: le sigarette fumate di nascosto in bagno durante i 15 minuti di pausa, gli incontri alle macchinette del caffè, l’atmosfera del supermercato vuoto durante il turno notturno, i corsi di formazione per prendere il patentino per guidare il muletto, le pacche sulle spalle e l’affettività impacciata degli uomini più esperti nei confronti dei più giovani.
Christian, interpretato da Franz Rogowski, è un giovane dall’aria tranquilla e dal comportamento disciplinato. Ha appena iniziato a lavorare in un grande supermercato all’ingrosso alla periferia di una cittadina della Germania dell’Est.
In quel luogo alienante, il ragazzo saprà ritrovare il valore delle piccole cose, dell’amicizia e anche dell’amore.
Viene affiancato al responsabile del reparto bevande, Bruno. Inizialmente un pò burbero e diffidente, poi prende Christian sotto la sua ala protettrice e, pazientemente, gli insegna a destreggiarsi con il muletto e lo introduce al microcosmo enorme, diviso per settori, del supermercato. I suoi turni – a lui è capitato l’orario notturno – si dividono tra casse di bibite e pause alle macchinette del caffè.
A poco a poco, il timido Christian – i cui tatuaggi, tanti, strani, cupi, ben nascosti dal camice del lavoro e i suoi occhi sempre bassi lasciano intuire un passato difficile – entra in confidenza con la routine del lavoro e soprattutto con la bella Marion interpretata da Sandra Hüller .
Christian ne rimane folgorato fin dalla prima volta che l’ ha vista ai dolciumi, la corsia parallela alla sua. Poche battute davanti alla macchinetta del caffè e Marion, per Christian, è diventata la luce dei suoi turni notturni, la vera motivazione di quelle lunghe giornate lavorative.
Lei è sfuggente e misteriosa, per quanto lusingata dai gesti spontanei e inaspettati di Christian, guarda il collega come “il novellino” che ama punzecchiare simpaticamente tra una pausa e l’ altra del lavoro.
La storia d’amore e depressione di Christian e Marion, si sviluppa lì dove si possono incontrare di fronte alla macchinetta del caffè solo quando i loro turni coincidono.
Il lavoro diventa per Christian il punto di partenza per la sua rinascita, il luogo dove ricreare la sua identità.
Mentre per altri colleghi, come per Marion, il lavoro è quel posto dove tenere lontani i problemi.
Quando ho iniziato a leggere la collezione di racconti brevi “All the Lights”di Clemens Meyer, - ha dichiarato Thomas Stuber] - ho immediatamente sognato di adattare per il grande schermo il racconto “In Den Gangen”. Non potevo certo farmi scappare l'idea di raccontare la storia di un giovane solitario che si tuffa nei corridoi notturni di un supermercato all'ingrosso. Il fruscio della vicina autostrada sulla rampa di carico, la sigaretta segreta sul turno di lavoro, la macchina del caffè, il responsabile notturno che stringe la mano a tutti i dipendenti a fine turno...La storia di Meyer è pervasa da un'immensa profondità e tragicità, eppure ha bisogno solo di pochi dettagli per prendere vita. Molte cose restano non dette, le conclusioni non vengono rivelate. Sta al lettore, e ora al pubblico, mettere insieme i pezzi di questo puzzle. C’è amore e tragedia al supermercato La dolce Marion, Bruno, Rudi, Irina e Klaus tutti loro, si innalzano al di sopra di loro stessi. Ciò che rimane è la consapevolezza che il senso di comunità, il calore e un po' di felicità sono possibili solamente nei corridoi di questo grande supermercato.
Il lavoro, in quel grande magazzino, dove la sera le luci al neon si abbassano, le corsie si svuotano e in filodiffusione parte musica classica, diventa un momento conviviale di artificiale felicità, dove i dipendenti fluttuano lontano dalle solitudini che li attendono chiusa la porta di casa, dove i muletti, lentamente estesi e ritratti, emettono un suono che sembra quello del mare e i congelatori nel seminterrato, quando sono tutti accessi, sembrano la melodia di una cornamusa.
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