Login Registrati
Un rito contro il genocidio africano

Un rito contro il genocidio africano

Danza/ la Compagnia Jant-Bi - L’espressione danzata di una tragedia nascosta nello spirito dei sopravvissuti, siano essi vittime o carnefici, un tentativo di ricomposizione della memoria incredula di un popolo, un rito di raccoglimento in nome dell’um

Redazione Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Maggio 2005

“Fagaala” è una danza che esprime l’orrore dello scontro fra Tutsi e Hutu che ha portato a un milione di morti. La coreografia ricorda il genocidio degli africani, ma anche tutti gli altri genocidi, non racconta invita piuttosto alla riflessione. Dall’incontro della grande maestra senegalese, Germane Acogny, e dal maestro giapponese di butho Kota Yamazaki è scaturito un lavoro non descrittivo, se pur ispirato al romanzo dello scrittore senegalese Boris Boubacar Diop “Murambi, il libro delle ossa”.
“Fagaala” significa genocidio. Lontano da ogni pretesa di descrivere l’orrore è piuttosto un rito cantato, parlato, urlato, danzato sulle ceneri calde delle colline bruciate, percorse da esseri in cerca della causa di una follia senza nome, da esseri in dolorosa marcia verso la conoscenza anche ragionata di un orrore inutile, verso la fine della loro notte popolata da incubi. “Fagaala” è l’espressione danzata di un racconto assurdo e di una tragedia nascosta, un’impressione di morte radicata nello spirito dei sopravvissuti, siano essi vittime o carnefici, un tentativo di ricomposizione della memoria incredula di un popolo, un rito di raccoglimento in nome dell’umanità intera.
Su questo tema, tra Germaine Acogny, personalità emblematica di una danza contemporanea africana, energica, lucida e generosa e Kota Yamasaki, coreografo giapponese, amante del Butoh, una danza nata in reazione al trauma generato dalla guerra, l’incontro non poteva essere totalmente fortuito. Il risultato è un balletto affascinante, per la maggior parte del tempo destrutturato, in funzione dei ricordi e dei vissuti particolari di ogni attore del dramma, che segue in questo modo il metodo narrativo utilizzato nel suo romanzo da Boubcar Boris Diop.
“Fagaala” è stata rappresentata al teatro Ariosto mercoledì 18 maggio, per il ReggioParma Festival /Danza Red, sette danzatori senegalesi, la Compagnia Jant-Bi, che nasce appunto dalla collaborazione tra Germaine Acogny e Kota Yamazaki. Il raggruppamento regolare dei danzatori conferisce una forza singolare, come se il ravvicinarsi dei corpi ritmasse quello delle coscienze, fino alla coraggiosa chiaroveggenza finale.
Info: www.redfestival.it

Lascia un Commento

©2019 - NoiDonne - Iscrizione ROC n.33421 del 23 /09/ 2019 - P.IVA 00878931005
Privacy Policy - Cookie Policy | Creazione Siti Internet WebDimension®