Un ricordo di Maria Mazzei, in vista della commemorazione di sabato 13 aprile
Se penso a Maria mi appare subito il suo viso con i suoi occhi intensi e taglienti, come intensa e tagliente è la terra da cui è nata, che però subito si aprivano di un raggio di luce del suo sorriso, anch’esso intenso, non dolce, mai formale
Martedi, 09/04/2024 - Il mio ricordo va subito a quando ci siamo incontrate tanti anni fa nella vecchia sede di Speha Fresia, parte di un trio indivisibile e meraviglioso di donne, lei, Paola, Betti, tutte e tre a me particolarmente care.
Ricoprivo allorail ruolo di responsabile del settore femminile della Lega delle cooperative e in mezzoa tanti terreni di impegno rivolti verso ilvariegato mondo delle cooperatrici in questa realtà assistevo con una partecipazione e una passione particolare alla creazione di cooperative di piccole dimensioni,molto connotate sia per la prevalente o esclusivacomposizionefemminilema soprattutto per i motivi e gli scopi ispiratori.
Non solo ricerca di un modo di costruirsi un’attività di lavoro professionale ma soprattutto una grande voglia e spinta a portare nel mondo cooperativo approcci e punti di vista che avevano radici non solo nelle loro competenzema nell’appartenenza consapevole di essere donneportatrici di una visione nel mondo economico nuovo con uno sguardo continuo al sociale.
Anche grazie a queste tre donne incontrate allora e ad altre che avevano questo portato di cambiamento dentro un mondo molto maschile e maschilista io mi impegnai in particolare per dare forza e rappresentanza a queste nuove forme di presenza imprenditoriale nella cooperazione. In particolare nella esperienza di quelle tre promotrici di una impresa, poi divenuta e consolidata come impresa di servizi, intravedevo tanto coraggio perchénon esistevano molti precedenti, anche perché impresa “al femminile”. Essa appariva agli occhi di molti dirigenti di allora anomala, poco “professionale”, in realtà in concorrenza a funzioni che venivano collocate nelle strutture di gestione burocratico-amministrativa.
Ma per me Maria, Paola e Betti erano anche la prova provata che la progettualità delle donne era una nuova componente che si stava affacciando nel mondo economico e imprenditoriale e che perciò tra il sociale (sempre caro alle donne per obbligo o per scelta) e l’economico (percepito come campo lontano dalle donne)nasceva un nuovo collegamento che passava sia attraverso la voglia delle donne di entrare in modo diverso nel mercato del lavoro sia grazie al lavoro di donne che pensavano e supportavanoin modo diverso percorsi imprenditoriali.
Maria portavauna capacità progettuale alta anche sul piano tecnico che haaccompagnato Speha Fresia negli annima soprattutto una lettura del sociale molto intransigente, una sensibilità particolare alle discriminazioni sociali e verso le donne ma insieme una capacità di leggere le potenzialità e le risorse che lo stesso sociale possiede quando ad esso si dà più strumenti e potere di organizzarsi.
E questa concezione di servizi al lavoro e alle imprese per dare più forza e rappresentanza al sociale consapevole è stata la cifra che ha caratterizzato e caratterizza ancora Speha Fresia.
Quando Maria, molti anni dopo, fu chiamata a fare l’assessora al X Municipio, quante di noi la conoscevano e l’apprezzavano per queste sue particolari sensibilità e capacitàvedemmo questo come un altro atto di coraggio e di sfida, conoscendo le difficoltàe le resistenze a calare nel concreto idee e progetti innovativi che rispondevano direttamente alle persone e in particolare alle donne di quel territorio.
Maria ha fatto moltissimo anche in quel ruolo, è ricordata da moltissimi e moltissime punto forte di una consigliatura del X Municipio che si era posto all’avanguardia su tanti aspetti della esperienza cittadina. Ma sappiamo anche che ha trovato via via tanti problemi e difficoltà.Dopo la dolorosa morte di Paola, ci siamo riviste varie volte con Maria, tornata nella sua “casa” originaria, nelle nuove sedi e nel contesto dei nuovi percorsi professionali eimprenditoriali intrapresi da Speha Fresia.
Squadra allargata, tanti nuovi progetti anche europei, sempre tanta fatica e determinazione per dare continuità a questa impresa ancora segnata da tanta presenza femminile.
I suoi problemi di salute purtroppo segnavano anche il suo volto e il suo sorriso, quando ci incontravamo.
L’ultima “impresa” con Maria è stata la decisione, peraltro condivisa con convinzione da tutta Speha Fresia, di partecipare attivamente al progetto di dare continuità alla storia di NOIDONNE entrando nella compagine della Società proprietaria della testata storica.
Maria era molto convinta dell’importanza di questa decisione, che rilanciava e tutelava una grande storia di donne. Me lo disse varie volte, ma purtroppo, per le sue tribolazioni di salute, non ha potuto seguire da vicino le tappe e i risultati importanti successivi. Grazie, Maria, anche di questo e NOIDONNE ti ricorderà sempre come una vera compagna di strada.
- - - - Il ricordo di Betti Cannova
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