Mercoledi, 23/02/2022 - I remember the best interview i’ve ever done
in my life was with Francesca Alinovi
(Keith Haring)
Francesca Alinovi era nata a Parma nel 1948.
Fu anomala ed importante figura di riferimento nel panorama artistico italiano ed internazionale del ‘post-punk.’ Dopo gli studi universitari a Bologna, dove si era specializzata con Renato Barilli, proseguì il suo percorso nell’arte come ricercatrice e, soprattutto, in veste di critico militante.
Consapevole di vivere in un periodo particolare e pieno di avvenimenti e viaggiatrice infaticabile tra gli States e l’Italia, la Alinovi ebbe la lungimiranza, come i veri intellettuali, di riconoscere fenomeni artistici nel loro venire alla luce, con un occhio critico-storico di particolare riguardo. Vario ed eclettico il suo studiare e lavorare, tra eventi, mostre, testi, riuscendo a far dialogare artisti – poi riconosciuti tali - provenienti da discipline le più diverse come l’arte figurativa, il ‘design’, la musica anche d’avanguardia, la ‘performance’ – che allora si stava affacciando sulle scene artistiche del nuovo e vecchio mondo - il fumetto e il teatro, da Luigi Ontani a Keith Haring, dalla Raffaello Sanzio Societas ad Alessandro Mendini, da Demetrio Stratos ad Andrea Pazienza, da Ramellzee a Robert Kushner. La sua mostra Arte di Frontiera, tenutasi nel 1984 alla Galleria d’Arte Moderna di Bologna, dopo la sua scomparsa, fu uno degli eventi più significativi della cultura ‘underground’ del periodo. Era morta in circostanze ‘tragiche’ a Bologna l’anno prima.
Oggi una tavola rotonda l’ha ricordata a Roma, al MAXXI, coinvolgendo storici, critici e artisti che negli anni hanno continuato ad approfondire il suo lavoro per storicizzarne e valorizzarne la memoria, a tutt’oggi ancora plausibile, ancora moderna, di più, contemporanea.
§§§§§§§§§§§
“I am not alone, anyway” visibile al Maxxi da oggi al 27 febbraio è un docu-film su Francesca Alinovi, scritto e diretto da Veronica Santi nel 2017 che intende rappresentare la sua parabola esistenziale nelle avanguardie artistiche.
Raccoglie le interviste degli artisti, colleghi e amici che l’hanno conosciuta e frequentata tra fine anni Settanta ed inizio anni Ottanta e si pone l’obiettivo di riportare alla luce il suo pensiero critico, per anni oscurato, inibito ed un po’ messo in mala luce dall’anno della sua scomparsa, divenuta un famoso caso di cronaca nera.
Una ricca selezione di materiali dell’epoca testimonia l’esuberante e vivo panorama artistico di New York, dove la Alinovi frequentò la New Wave, i graffitisti del Bronx e East Village - i già citati Keith Haring - Rammellzee, e di Bologna, caratterizzato dalle prime edizioni della Settimana Internazionale della Performance, l’attività degli autori dei fumetti di Linus, Valvoline e Frigidaire, come Andrea Pazienza e Marcello Jori, il teatro d’avanguardia dai Magazzini Criminali alla Raffaello Sanzio Societas, il design di Studio Alchimia e Alessandro Mendini, gli artisti italiani del postmoderno, tra cui Luigi Ontani e Salvo, fino ad arrivare al manifesto dell’Enfatismo, il movimento artistico da lei teorizzato.
Lascia un Commento