Note ai margini - Trentesimo rapporto curato dall’Isfol sulla situazione occupazionale e formativa in Italia e in Europa
Castelli Alida Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Febbraio 2009
E’ stato presentato alla fine del 2008 il trentesimo rapporto curato dall’Isfol, sulla situazione occupazionale e formativa in Italia, con un ampio sguardo a ciò che succede negli altri Paesi Europei. Vista la cadenza storica con il quale viene presentato e il ruolo istituzionale che lo contraddistingue, ha sempre voluto rappresentare un momento di confronto utile ed uno strumento di lavoro per chi, istruzioni, enti, mondo del lavoro nel suo complesso, vuole conoscere le più recenti evoluzioni e strategie europee e nazionali.
Anche quest’anno è stato così. Oltre 300 pagine di analisi, riflessioni dati statistici (59 tra tabelle e figure). Strumento utile, e che si candida ad esserlo, ancora di più oggi di fronte alla crisi economica che sta “esplodendo” nel nostro Paese come, ma anche in maniera diversa, rispetto ad altri Paesi.
Purtroppo, ancora una volta, l’ottica di genere è poco presente, scarsamente incisiva nelle analisi e nelle proposte pur con qualche eccezione. Forse l’analisi del mercato del lavoro, anche sull’onda degli Obiettivi di Lisbona è un po’ più attraversata dalla riflessione sulla componente femminile, lo stesso non si può dire, però, per la parte in cui l’Isfol sarebbe chiamato a dire la sua con maggiore incisività ed autorevolezza, la parte riguardante i processi formativi e scolastici, e il sistema di governo del mercato del lavoro, il ruolo, in altre parole delle istituzioni che “governano” il mercato del lavoro stesso. In questa seconda parte su quaranta tabelle/figure che illustrano la situazione solo 2 sono in ottica di genere. Eppure sappiamo, ad esempio, che le ragazze accedono in maniera più rilevante al sistema scolastico e formativo, e questo vorrà pur dire qualcosa in presenza delle solite difficoltà che, poi, incontrano nel mercato del lavoro.
Così, conoscere l’andamento dei fenomeni di segregazione scolastica di ragazzi e ragazze, è uno degli elementi chiave su cui riflettere rispetto anche a politiche scolastiche e del lavoro, ma su questo non troviamo nessun dato, diviso per genere, se non un'unica tabella che analizzando la formazione professionale dopo le scuole media ci informa che le ragazze hanno dei risultati migliori dei loro colleghi maschi in italiano rispetto alla matematica, dove hanno performances migliori i ragazzi.
Insomma, niente di nuovo sotto il sole. Siamo abituate a vedere i soliti studi, le solite analisi (inutili): ancora una volta un’occasione mancata. Eppure dall’Isfol potevamo aspettarci di più, per tanti motivi. Ma almeno per due: la sua attenzione al panorama europeo, e le tante valide ricercatrici che ci lavorano.
Invece ci ha accontentate con il solito capitoletto (interessante) sull’occupazione femminile, ma sembra che di mainstreaming di genere, e analisi statistiche in ottica di genere non abbia mai sentito parlare. Peccato!
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