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Un precariato esistenziale

Un precariato esistenziale

Ventenni di oggi/2 - Intervista a Sofia Sabatino

Dalla Negra Cecilia Lunedi, 12/09/2011 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Settembre 2011

Classe 1990, palermitana di nascita, Sofia Sabatino è portavoce nazionale della Rete degli Studenti Medi. […] Con lei, bisogna fare attenzione a utilizzare il termine giovani - “che non vuol dire niente” - e futuro - “un po’ retorico”.



Un percorso individuale e politico che sembra smentire lo stereotipo di giovani individualisti, disinteressati, apatici. Cosa ti ha portato a seguire questa strada?


Ho iniziato a fare politica a 14 anni, con il collettivo del liceo che frequentavo a Palermo. […] Non sono mai stata iscritta a un partito, anche se per le nostre attività siamo portati ad un confronto quasi quotidiano.



Perché credi che la tua generazione senta così forte la distanza dalle vecchie strutture come partiti e sindacati?

Se le nuove generazioni entrano nella dimensione-partito, quello che trovano è un luogo con il quale non è possibile identificarsi, concentrato su se stesso e lontanissimo dalle problematiche reali che viviamo quotidianamente. Come donna, faccio anche fatica a esprimermi di fronte a una platea composta prevalentemente da uomini, e tutti anziani. […] Eppure le ultime elezioni amministrative, così come il successo del Referendum sui Beni Comuni, hanno dimostrato che esistono intere generazioni che hanno voglia di partecipare, di essere protagoniste del proprio presente, di mettersi in gioco con forme e modalità anche completamente nuove rispetto al passato. Le vecchie strutture del centro-sinistra dovrebbero analizzare la ragione per cui sono incapaci di intercettarci e smettere di vederci più come un problema che come una risorsa.



Come vivi la tua condizione generazionale nell’Italia di oggi?

Esiste un filo comune capace di unire trasversalmente diverse generazioni, ed è l’incertezza. […] Chi oggi sceglie un determinato percorso scolastico, sa già in partenza che non è reale. Nonostante questo siamo costretti ad accettare il compromesso: è come dire “so che non funzionerà, ma non ho alternative e lo devo fare”. […] Hanno impedito alla mia e ad altre generazioni di dare il nostro contributo al bene comune della società: ci sembra di essere costretti a restare in un angolo, in balia della situazione. […]



Che cosa vuol dire essere una donna di 20 anni oggi in questo Paese?

È una questione complessa e molteplice. […] Resistono stereotipi e dinamiche per le quali, come donna, sei svantaggiata in partenza. […] Ci hanno costretto a digerire uno stereotipo per il quale l’unico modo per avere un posto nella società dipende dall’immagine che dai di te, così il tema dell’inferiorità diventa costituzionale, fisico. È una discriminazione più subdola e introspettiva: ci guardiamo e guardiamo alle altre donne con sospetto perché abbiamo paura di non essere all’altezza del modello imposto. E rispetto a quello della velina o della donna di spettacolo, non ne esiste un altro positivo, altrettanto efficace per le più giovani.



Esiste una differenza generazionale con le altre donne rispetto a questi temi?

Una differenza, ma non un conflitto. Credo che le quarantenni o le cinquantenni di oggi - le stesse che hanno animato “Se non ora quando” - vivano la condizione di chi ha acquisito dei diritti e li vede messi costantemente in discussione dal sistema-paese e da 20 anni di approccio di genere distorto. […] Ma per quanto riguarda la mia generazione, e quelle ancora più giovani, i problemi sono altri. Siamo più libere, ma molto meno consapevoli.



Come vedi il tuo futuro nei prossimi 10 anni?


Posso dirti quello che vorrei: un paese diverso domani, ma che va costruito a partire da oggi. Non credo nella retorica del futuro […] Io credo nell’istruzione, nel welfare per tutti, nel rimettere al centro le questioni che sono fondamentali per lo sviluppo del paese, come la condizione femminile o la difesa dei beni comuni. Una diversa idea di partecipazione, di politica, di giustizia. Tra 10 anni vorrei che le persone come me avessero la possibilità di trovare un posto in questo paese, esattamente per come lo vogliono.



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BUONE NOTIZIE



di A.C.



Dopo più di due anni d’assenza tornano i fondi destinati a finanziare l’articolo 9 della l.53/2000 cioè i fondi per azioni positive di conciliazione tra vita e lavoro per aziende, libere professioniste e lavoratrici autonome. Sono previsti 15.000.000 di euro e i progetti devono essere inoltrati entro il 28 ottobre di quest’anno. Nel regolamento vengono individuate ed esemplificate le azioni finanziabili: flessibilità degli orari e dell’organizzazione del lavoro, formazione e aggiornamento per il reinserimento dopo un periodo di assenza di almeno 60 giorni, altri interventi innovativi. Possono accedere ai finanziamenti le aziende private, singole o in associazione. Destinatari delle azioni sono i lavoratori e le lavoratrici dipendenti, ma anche con contratti a progetto, con figli minori a carico o con persone non autosufficienti o con gravi infermità. Ogni progetto deve essere corredato da uno specifico accordo sindacale. Per tutte le informazioni consultare il sito:

http://www.politichefamiglia.it/media/69011/avviso%20finanziamento_%2018maggio2011_nero%20_2_.pdf





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