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Un potere nuovo e la capacità di scelta

Un potere nuovo e la capacità di scelta

UISP - Riflessioni dopo il Congresso nazionale…

Lanzon Paola Domenica, 12/05/2013 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Maggio 2013

È l’ultima volta che scrivo su questa storica testata nel ruolo di responsabile nazionale del coordinamento donne UISP. La tappa congressuale nazionale svolta ad aprile scorso determinerà i nuovi incarichi e le nuove responsabilità. Ai nuovi gruppi dirigenti e all’intera associazione di cui faccio parte auguro un futuro brillante coerente con la propria storica tradizione. È naturale in occasioni come questa qualche riflessione senza impegno, ma sincera sul lavoro di questi anni. Le donne si amano molto e contemporaneamente si combattono reciprocamente. Sono più brave in tutto, e questa è una grande verità. Nelle manifestazioni più generose, più brillanti più creative, più operative e concrete dell’estro e delle peculiarità che ci contraddistinguono; e dall’altra parte, accidentaccio, nella capacità di far del male, nella contrapposizione, nella mediocrità di un rapporto con il potere, con la Politica, con la incapacità ancora diffusa di costruzione relazioni mature che non permettono alle donne di diventare un soggetto e una forza collettiva per le battaglie che ancora oggi siamo costrette nostro malgrado a combattere (mi scuserà la cara Lidia Menapace se uso i termini guerreschi che lei non ama, ma di guerra in fondo si tratta). Mai sparare sulle donne, perché ci sparano a sufficienza da ogni parte. Ma con la passione che nutro per i temi che ci accomunano; per la responsabilità che abbiamo verso tutte noi donne del 2013; per il rispetto che dobbiamo a chi più avanti negli anni ha vissuto sulla propria pelle le difficoltà delle prime e fondamentali rivendicazioni; per noi che ancora oggi dobbiamo avanzare sui gomiti e con i denti stretti sotto il filo spinato della realtà in tutti gli ambiti in cui operiamo; per le ragazze e le bambine alle quali abbiamo il dovere di consegnare una società migliore, amica delle donne e dei diritti di tutti e di tutte; non posso non rilevare quanto l’intera società, in tutte le sua articolazioni, è ancora troppo debole e il ruolo delle donne non trova una dimensione rappresentativa che grandi figure del passato, numerose, forti, determinate, avevano al contrario disegnato. Uomini e donne complici del sistema di potere fine a se stesso, a loro agio in forme di partecipazione formale e non sostanziale, pochi e poche disponibili a battersi per i propri principi, perché in molti e molte occupati a preservare se stessi e i propri percorsi personali, hanno infiacchito l’intera nostra società e anche di conseguenza la rappresentanza femminile. Le pari opportunità si sono stratificate: abbiamo come gli uomini la possibilità di essere ancelle, serve, combattenti, regine, madonne, eroine. Si è aperta una fase di una nuova ricerca e consapevolezza politica diffusa e confusa, entro la quale sta ad ognuna ed ognuno di noi SCEGLIERE la propria dimensione.



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