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Un po’ di numeri…

Un po’ di numeri…

Confartigianato Donne impresa - ...e non solo sulle imprese artigiane al femminile

Rita Casula Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Aprile 2007

Confartigianato Donne Impresa ha recentemente presentato il “3° Osservatorio sulla imprenditoria femminile artigiana in Italia” da cui emerge che su quasi 10 milioni di imprenditori complessivamente censiti il 26,3% è rappresentato da donne mentre per quanto concerne il mondo dell’artigianato il 19% sono imprese al femminile con una numerosità totale pari a 364.885 unità.
A livello di presenza si ha una maggiore concentrazione in Umbria, Marche, Toscana e Abruzzo mentre sono la Sicilia, la Basilicata e la Campania i territori in cui le donne artigiane sono in percentuale inferiore rispetto alla totalità delle imprese del settore iscritte alle Camere di Commercio.
Per quanto concerne i settori economici spicca il manifatturiero (45%) con una prevalenza nel tessile abbigliamento (29,1%) e nell’alimentare (22,3%). Per quanto concerne gli altri comparti emergono i servizi alla persona (31,1%) alle imprese (12%) ed il settore dell’edilizia (7%).
Nella ricerca non vi sono però soltanto numeri ma si esaminano anche alcuni aspetti sul modo di rapportarsi all’impresa e sul passaggio generazionale: le imprenditrici intervistate disegnano una conduzione dell’impresa di famiglia al femminile che evidenzia una figura di imprenditrice che si misura con consapevolezza con le problematiche non solo del settore ma della società in generale, che guarda a un modello di famiglia in evoluzione, che ha superato gli stereotipi della successione aziendale, che chiede più servizi all’infanzia e per gli anziani senza però voler delegare troppo all’esterno un lavoro di cura che considera, comunque, un valore.
Dalla ricerca emerge infatti una donna che è tramite tra generazioni imprenditoriali ponendosi come elemento di continuità in una tradizione familiare consolidata: sono quasi il 65% donne giovani, under 35, che assicurano la successione ed in particolare nei comparti del manifatturiero e delle attività edili, dove vi è già una tradizione imprenditoriale forte, mentre in comparti come i servizi, la donna è più spesso la prima di una serie di imprenditori familiari.
Sempre in tema di successione aziendale il 57% del campione vorrebbe che la gestione passasse interamente ai propri figli, senza nessuna differenza rispetto al sesso, se non per una percentuale poco significativa del 5,7% che vorrebbe una successione solo in linea maschile o femminile, rilevando pertanto ancora una stretta connessione fra generazioni soprattutto perché espressa per il 62% da imprenditrici che hanno fondato l’azienda, seguendo un proprio sogno imprenditoriale e facendo affidamento sulle proprie capacità a tutto campo.
Per quanto concerne l’affidamento a soggetti esterni ma anche nella ipotesi di un affiancamento da parte di manager non vi è una netta chiusura anche se si registra una propensione più accentuata, fra il 34 ed il 37%, da parte di quelle imprenditrici che si sono affiancate ad altri soggetti nella conduzione dell’attività e che sembra indurle a sentirsi svincolate dal desiderio che i figli possano sostituirle nel loro ruolo dirigenziale.
(26 aprile 2007)

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