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Un petalo di rosa contro le Mgf

Un petalo di rosa contro le Mgf

UDI -

Colanicchia Ingrid Lunedi, 31/01/2011 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Gennaio 2011

Sono circa 130 milioni le donne nel mondo che hanno subito mutilazioni dei genitali (Mgf), e circa 3 milioni le bambine che ogni anno rischiano di esservi sottoposte: una media di 8mila al giorno. Una pratica, quella delle mutilazioni genitali femminili, diffusa in 28 Paesi dell'Africa sub-sahariana e in alcuni Paesi asiatici e del Medio Oriente e che riguarda anche l'Europa: si stima che qui vivano 500mila donne e ragazze che hanno subito Mgf, di cui 38mila in Italia. Per questo - in occasione dei 16 giorni di mobilitazione contro la violenza sulle donne promossi dall'Onu: dal 25 novembre, Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, al 10 dicembre, Giornata internazionale dei diritti umani - Amnesty International Irlanda, in collaborazione con organizzazioni non governative di 13 Paesi europei, ha promosso la campagna di raccolta firme Stop MGF (End FGM), allo scopo di sollecitare le istituzioni europee ad attivare una strategia di prevenzione delle mutilazioni dei genitali femminili.

Cinque sono le aree prioritarie di intervento individuate dai promotori: la raccolta di dati statistici a livello europeo sulla diffusione e il rischio di Mgf per mappare l'incidenza del fenomeno e misurare i progressi di abbandono della pratica; l'inclusione delle Mgf nelle misure per la prevenzione e il contrasto della violenza contro le donne; un'adeguata assistenza sanitaria e socio-psicologica per le donne che hanno subito Mgf; l'inserimento delle Mgf tra le forme di persecuzione di genere in modo da poter ottenere il diritto d'asilo; l'inserimento della prevenzione delle Mgf nel dialogo politico e negli interventi di cooperazione allo sviluppo con i Paesi in cui le Mgf sono diffuse.

Simbolo della campagna è una rosa cucita, metafora della clitoride mutilata: ed è proprio su un petalo di rosa che, dal 25 novembre al 10 dicembre scorsi, si è potuta apporre la propria firma per aderire alla petizione Stop Mgf.

In Italia la campagna - partita ufficialmente durante una conferenza stampa tenutasi a Palazzo Chigi il 25 novembre con la firma del petalo di rosa da parte di Mara Carfagna e Emma Bonino - è sostenuta da Aidos-Associazione italiana donne per lo sviluppo e dalla sezione italiana di Amnesty International, in collaborazione, tra gli altri, con l'Udi-Unione Donne in Italia, che si è mobilitata sul territorio, come è nella sua storia, per la raccolta firme (si è potuto firmare, ad esempio, durante l'Assemblea nazionale dell'Udi, tenutasi a Roma il 4 dicembre scorso). Le firme pervenute alla Sede nazionale dell’Udi entro il 9 dicembre sono state poi depositate dalla referente per l'Udi della campagna, Antonella Petricone, presso la sede del Ministero degli Esteri.

Tante le personalità che hanno aderito: dalla senatrice Anna Finocchiaro alla vicepresidente della Commissione per i diritti della donna del Parlamento europeo Barbara Matera, dalla ex parlamentare Vladimir Luxuria alla consigliera dell'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale del Lazio Isabella Rauti.

Amnesty International ha inserito il lavoro di contrasto alla pratica delle Mgf nella più ampia campagna "Io pretendo dignità" lanciata nel maggio 2009 allo scopo di combattere la mortalità materna. Sono oltre 350mila le donne che ogni anno muoiono per complicazioni legate alla gravidanza e al parto: il 99% di queste morti avviene nei Paesi in via di sviluppo e le mutilazioni genitali femminili sono uno dei fattori che incide su questo fenomeno. Le donne che hanno subito Mgf sono infatti soggette a cicatrizzazioni e altre complicanze che aumentano il rischio di situazioni ginecologiche critiche.



(31 gennaio 2011)

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