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Un passo avanti

Un passo avanti

Futuro prossimo - Più donne in Parlamento, ma solo nel centrosinistra

Federica Lupparelli Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Maggio 2006

Le ultime elezioni politiche hanno consegnato all'Unione e alle forze politiche del centrosinistra una vittoria sudata e sospirata, fino all'ultimo voto, certo, ma finalmente permettono di guardare avanti, ad un governo del centrosinistra, "un governo di tutti", come ha sottolineato Prodi a commento dei risultati. E tuttavia questa vittoria strappata con fatica e serenità alla destra, ci ha permesso di vedere le donne fare un deciso passo in avanti. La presenza delle donne in Parlamento si è fatta più consistente e più robusta. E' cresciuto il numero dei seggi rosa e ad entrare o ritornare alla Camera e al Senato è un drappello variegato di donne: ci sono alcune conferme, personalità autorevoli, di lunga esperienza parlamentare e di governo, come Anna Finocchiaro, Livia Turco, Rosy Bindi, c'è un grande nome della nostra cultura, come quello di Franca Rame, eletta con Italia dei Valori, testimoni di momenti dolorosi e significativi della nostra storia passata e recente, la vedova di Nicola Calipari, Rosa Maria Villecco, e la figlia di Guido Rossa, Sabina, entrambe elette al Senato con i Democratici di Sinistra.
E infine non manca il debutto delle 'straniere'. Sono due le parlamentari donne nel piccolo drappello di eletti della circoscrizione Estero, che alla fine si è rivelato determinante per aggiudicare al centrosinistra Palazzo Madama, Mirella Giai al Senato e Marisa Bafile alla Camera.
Insomma, dal punto di vista delle donne proprio un bel risultato, che ha visto arrivare fino a Palazzo Madama ben 35 donne. Il partito dei Democratici di Sinistra conta il numero maggiore di senatrici, ben 14, ma è Rifondazione ad aggiudicarsi la palma di partito rosa con ben 8 senatrici su 27 eletti, circa 30% del totale, rappresentatissime le donne dei Verdi con Loredana De Petris e Anna Donati. Appena 4 senatrici rispettivamente per Forza Italia e per la Margherita.
"Credo - ha detto Flavia Prodi, che torna a fare per la terza volta nella sua vita la first lady - che la realtà delle donne con responsabilità politiche e sociali sia ormai un destino fatale e un processo naturale". La neo first lady italiana pronostica una significativa delegazione femminile anche al governo, quando parlando di suo marito, leader della coalizione vittoriosa del centrosinistra, dice "è abituato da molto a lavorare con le donne e a fidarsi di loro".
Ora, è il momento di tradurre in proposte concrete il programma di governo della coalizione e spetta alle neo-elette e ri-elette individuare alcune priorità al femminile. "Dopo la vittoria di Romano Prodi - spiega Franca Bimbi, deputata della lista unitaria Ulivo - occorre riprendere con forza un'azione politica delle donne dell'Ulivo e costituire una piattaforma femminile per il partito democratico nel centrosinistra. Occorre - e sembra quasi una provocazione - smetterla di parlare di quote per affrontare i problemi delle più giovani, dal lavoro alla sessualità alla maternità, delle donne di mezza età, che hanno il carico dei figli e anche degli anziani che devono far quadrare i bilanci familiari, delle donne anziane che sono le più povere tra i poveri". Dunque, via da ora in avanti, secondo Bimbi, "ad un percorso delle donne per il partito democratico che affronti in maniera concreta le necessità del paese al femminile. Dobbiamo farci carico delle esigenze di tutti, a cominciare dai più deboli".
E quanto al ruolo delle donne nel governo che Prodi si accinge a comporre, Livia Turco, responsabile Ds per le Politiche Sociali e ministro nei governi dell'Ulivo, ricorda proprio l'esperienza del Prodi I, nel 1996. "Le donne che sono state in quel governo - dice - hanno lasciato un segno forte in direzione del dialogo, della concretezza e della mediazione. Valori cari all'Italia in questo momento e valori che, come Prodi sa bene, le donne possono interpretare al meglio".
E proprio Livia Turco offre indicazioni preziose, con una particolare attenzione al Welfare, sulle priorità del nuovo governo. In primo luogo occupazione, buona e stabile occupazione per porre un argine alla precarietà. "Modificheremo - spiega - alcune norme della legge Biagi, definiremo la Carta dei diritti dei lavoratori, istituiremo un credito d'imposta per chi assume a tempo indeterminato, e di contro, un aggravio sui lavori precari". Quanto alla sanità, "punteremo - precisa - al rilancio del sistema sanitario, abbatteremo le liste d'attesa e avvieremo investimenti per la sanità nel Mezzogiorno". Quindi, una mappa capillare di asili nido, 3.000 e "assegno per i figli, applicazione della legge quadro per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali". Si tratta di una legge dalle grandi potenzialità, voluta nel 2000 dal centrosinistra e rimasta lettera morta in questi anni di governo della destra. Perchè "il centrodestra - spiega Turco - non si è mai occupato di niente nel campo delle politiche sociali, ha solo varato pessime leggi, tra cui la Fini-Giovanardi sulle droghe. Il governo Berlusconi aveva un solo obiettivo - è la sua conclusione - segregare chi è portatore di un disagio sociale".
Per Anna Serafini, responsabile della Quercia per le politiche per l'Infanzia ed eletta a Palazzo Madama, il nuovo governo e la nuova maggioranza dovranno dedicare grande attenzione alle esigenze dei minori e puntare ad elevare l'occupazione femminile. "Vogliamo rendere gli asili nido un servizio educativo e non più a domanda individuale", dichiara. "Questo significa che lo Stato si sobbarcherà le cure, garantendo i servizi necessari e sostenendo le funzioni genitoriali". Solo in questo modo, secondo Serafini, "sarà possibile innalzare il livello di occupazione femminile, il più basso in Europa. In Italia è ancora bassissima la percentuale di mamme che portano i bambini negli asili nido. E poi, ancora, istituire una figura nuova: il garante per l'infanzia e l'adolescenza, già presente in molti paesi europei".

(11 maggio 2006)

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