Un passaggio stretto per le donne

Bartolini Tiziana Domenica, 03/03/2013 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Marzo 2013

Andiamo in stampa mentre si spengono i riflettori sul flash mob planetario One Billion Rising. La geniale idea di Eve Ensler, autrice dei celeberrimi ‘Monologhi della vagina’, ha attecchito e davvero il 14 febbraio il mondo è stato avvolto da un messaggio gioioso e travolgente. La risposta dei corpi danzanti e colorati di rosso alla violenza contro le donne ha ottenuto l’effetto che si proponeva: grazie ad uno spot globale e simultaneo i media hanno parlato della violenza di genere in maniera (abbastanza) corretta e (abbastanza) soddisfacente. In più, in Italia, abbiamo avuto il regalo di Luciana Littizzetto che ha ballato sul palco di Sanremo dopo un monologo appassionato in cui ha detto alle donne di non accettare la violenza domestica e agli uomini che mogli, fidanzate o figlie non sono oggetti di loro proprietà ma persone da rispettare. Evviva anche l’immarcescibile Festival della Canzone se trova il modo di parlare altri linguaggi, oltre quello della musica. Sono conquiste di puro significato simbolico, certo, ma per costruire una nuova realtà bisogna prima sognarla. È esattamente quello che non riesce alla nostra politica: immaginare altre ipotesi di organizzazione (umana, sociale, economica) e proporne una narrazione collettiva. Il rinnovato Parlamento, al di là degli equilibri numerici, inizia il suo cammino azzoppato da deficit incancreniti che trovano sintesi nella generale disistima con cui continua ad essere percepito nel suo insieme. È l’istituzione in sé a non tenere perché, nonostante i tanti nuovi ingressi, non riesce ad ergersi quale luogo propulsore della linfa vitale che sarebbe necessaria per superare questa fase epocale. Le tante donne in più che oggi occupano gli scranni di Camera e Senato potrebbero fare la differenza, ma ci domandiamo se saranno promotrici di intelligenti disubbidienze o se preferiranno una comoda fedeltà alle ortodossie dei rispettivi partiti. Si intravede il rischio che all’incremento numerico femminile non corrisponderà automaticamente l’affermazione di approcci di genere tanto nell’interpretazione del ruolo quanto nella lettura critica dei vari provvedimenti. Speriamo di essere smentite, ma converrà non dare nulla per scontato, anche perché la premessa è stata una campagna elettorale che non si è certo distinta per la qualità del dibattito e per l’originalità delle proposte. Flash mob anche lì, incursioni superficiali e scontate nei grandi problemi che viviamo e che non si risolvono certo con uno spot. La misura della gravità della situazione, qualora non fosse ancora sufficientemente chiaro, l’abbiamo avuta con le dimissioni di Papa Benedetto XVI. Una scelta epocale che, seppur accolta con sguardo laico, apre il campo a possibilità e cambi di passo. Sul tutto sperare e vigilare non è sufficiente. Come movimenti dobbiamo essere portatrici di sane provocazioni perché il passaggio è stretto e un futuro amico delle donne è tutto da scrivere. E da conquistare.

Tiziana Bartolini



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