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Un Paese al bivio

Un Paese al bivio

Ambiente Italia 2005 - Presentato l’annuale rapporto di Legambiente sullo stato di salute della penisola

Conti Viola Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Maggio 2005

L'economia è ferma, ma crescono consumi energetici, gas serra e trasporti su gomma. Questi sono i dati riscontrati da Legambiente alla sedicesima edizione di 'Ambiente Italia', l'annuale rapporto sullo stato di salute del Paese. Edizione curata da Edoardo Zanchini insieme a Duccio Bianchi dell'Istituto di ricerche Ambiente Italia e pubblicata da Edizioni Ambiente. Secondo il rapporto, che prende i considerazione 100 indicatori sullo stato di salute del Paese, la stagnazione economica, che ha caratterizzato e paralizzato l´Italia negli ultimi anni, non ha ridotto, come ci si poteva attendere, la pressione sull'ambiente. Innanzitutto, si registra una eccezionale crescita dei consumi energetici (+2,6% da un anno all´altro con il carbone che in 10 anni ha fatto un balzo in avanti del 25%) a un tasso largamente superiore a quello del Pil e concentrato principalmente nel settore civile e nei trasporti. Complessivamente nell'ultimo decennio i consumi energetici sono cresciuti del 15%. La conseguenza si è tradotta in maggiori emissioni di gas. Confrontate con il 1990, anno di riferimento per l'obiettivo di riduzione del 6,5% entro il 2010 assegnato dal Protocollo di Kyoto, la crescita (come emissioni nette) raggiunge il 9,9%. L'Italia ha un andamento opposto a quello degli altri grandi paesi europei, come Germania, Gran Bretagna e Francia, che riducono o stabilizzano le loro emissioni avvicinando o addirittura superando gli obiettivi di Kyoto. In secondo luogo, il rapporto registra una crescita della mobilità su gomma di ben + 43% nell'ultimo decennio, causando un maggior impiego di combustibili, nonostante il miglioramento dell'efficienza del parco auto. Stazionarie, invece, mobilità su rotaia e cabotaggio. Nel quadro europeo, l'Italia è il Paese che presenta il massimo squilibrio a favore del trasporto su gomma e a più elevata quantità procapite di mobilità motorizzata. Cresce costantemente anche l'urbanizzazione del territorio (+6% a partire dal 1990): cinque chilometri quadrati su 100 sono oggi completamente artificiali con un picco lombardo del 10%. Nel 2003 si è interrotto anche il processo di riduzione dell'abusivismo: in valore assoluto le costruzioni abusive sono risalite a 40mila unità pari al 15,9% del totale delle costruzioni. 'Ambiente Italia 2005' evidenzia una certa arretratezza dell'economia italiana, incapace di innovarsi e di diventare competitiva nello scenario globale. Dall'altro, il rapporto dimostra anche che, dove si è puntato sulla coppia innovazione-ambiente, i risultati sono arrivati: per esempio, lo sviluppo della raccolta differenziata e della capacità di trattamento tecnologica dei rifiuti ha fatto decrescere (dal 67% del 2000 al 44% del 2003) la quantità di spazzatura abbandonata in discarica, generando (anche se quasi esclusivamente al nord) un sistema più razionale e più efficiente economicamente. Ma anche la diffusione delle piste ciclabili e l'aumento delle isole pedonali, la diffusione delle aree protette e dell'agriturismo, l'introduzione di politiche di "consumo sostenibile" sono tutti segni positivi. L'Italia, inoltre, risulta il Paese europeo a più alta concentrazione di prodotti tipici con 145 Dop e Igp pari al 21% dei riconoscimenti comunitari. Il presidente nazionale di Legambiente, Roberto Della Seta, sottolinea: "L´ambiente è vittima del declino, ma è anche parte integrante e decisiva delle strategie più efficaci per contrastarlo". Propone, così, l'impegno contro l'illegalità diffusa e la criminalità organizzata (abusivismo edilizio ed ecomafie); la promozione della ricerca; la valorizzazione di "quel sistema di capitalismo territoriale che è il primo prodotto tipico italiano e che deve la sua forza a un antico e mai rinnegato radicamento delle risorse locali". "L´Italia è a un bivio - sostiene Ermete Realacci, presidente onorario di Legambiente -. Da una parte la qualità, l´innovazione, la modernizzazione, la competitività. Dall'altra l'attuale economia, il declino, la stagnazione che soffoca nel Paese la gioia e il gusto della sfida". "L'Italia - continua - deve puntare da una parte sulle risorse più tipiche di tutti i Paesi industrializzati e insieme deve valorizzare pienamente ciò che ci rende un Paese unico al mondo".

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